
Bebo Storti: «Ho tutti gli album dei calciatori Panini. Alle medie mandavo affanculo i professori»
A Il Fatto: «Ho recitato in circa 40 film, più le serie tv e gli spettacoli: la metà di tutto questo non lo vedrei mai da spettatore».
A Il Fatto: «Ho recitato in circa 40 film, più le serie tv e gli spettacoli: la metà di tutto questo non lo vedrei mai da spettatore».
Al Messaggero: « La fidanzata norvegese mi lasciò per lettera. L'amore l'ho trovato al mio paese. L serie tv? I film sono un'altra cosa»
Al CorSera: «Enzo amava le barche. Se ne comprò una di 7 metri e mi invitò a provarla, ma invece che al mare mi portò all’Idroscalo».
Intervista a Io Donna: «Non sono mai scomparsa, mi sono presa cura dei miei genitori malati e di mio fratello, tutti morti dopo anni di sofferenze».
A Sette: «Ci sono passato. Ho perso 25 chili, avevo il vuoto dentro. Oggi sto bene, non prendo più psicofarmaci, solo uno stabilizzatore dell’umore»
A Sette: «Quando lavoro non penso di essere io, ma se in un film muoio, mia madre sta male, se nel film ho bisogno di soldi, lo zio chiama per offrire aiuto...».
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- L'impatto sulla salute dell'inquinamento acustico. Complice le cattive abitudini come addormentarsi con la musica nelle orecchie. Stacchiamo la spinaA Il Messaggero: «Grazie alla paternità ho imparato ad amare dando tutto me stesso. La vera libertà è dare tutto ai figli»
A La Verità: «Siamo un Paese di mostri. Di minacce ne ho avute tante. Mi misero anche la scorta vigilata, che però io non ho mai usato»
A La Stampa: «Mi dissero che con quello che avrei guadagnato avrei potuto comprare 4 appartamenti, ma avrei messo in ridicolo Osvaldo»
Al Corsera: «Era simpatica, gioviale intelligente. Si illudeva di dimagrire con la bici. La mia voce? Quando parlo assomiglia a quella di Paperino».
Il figlio Nicolò a Libero: «È sempre stato un uomo generoso. In tutti i suoi quiz c’era una parte che veniva devoluta ad associazioni od enti benefici».
Al CorSera: «A volte si fingeva in bolletta. Non era tirchio, si divertiva così. Moana Pozzi sapeva parlare di tutto, dal calcio alla filosofia».
A La Repubblica: «Ho proposto di sfruttare il superbonus. La mia richiesta non è passata per colpa di resistenze, complicazioni e burocrazia».
A Il Messaggero: «Nel cinema bisogna farsi vedere, andare alle feste giuste, camminare sui red carpet. Io non lo so fare. E pago il peccato di essere un comico».
Giampiero Ingrassia a Il Fatto: «I critici li hanno massacrati, gli stessi che anni dopo li hanno esaltati. La morte di Franco fu una brutta botta».
Il CorMez intervista il critico e saggista Filippo La Porta: «Dovrebbero comprarsi un paio di occhiali e rimettere a fuoco le cose intorno».
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- Napoli è ansiogena, costringe il cittadino a combattere per tutto. Prendiamoci gli spazi per il benessere, il movimento allena il cuore e libera la menteA Sette: «Mio padre era protestante. Non potevo mettere gonne corte, ascoltare musica, non potevo fare niente. In Argentina a fare paura era la vita quotidiana»
Al CorSera: «Dopo il lavoro i miei dipendenti non devono più essere raggiungibili per questioni aziendali. Licenzio chi offende i colleghi».