A Il Messaggero: «Grazie alla paternità ho imparato ad amare dando tutto me stesso. La vera libertà è dare tutto ai figli»
Il Messaggero intervista Kim Rossi Stuart. Il 20 ottobre sarà nelle sale “Brado”, il suo terzo film da regista, di cui è anche protagonista. Il film racconta il rapporto conflittuale tra un padre e un figlio che, dopo anni di rancori reciproci, provano a recuperare amore e tenerezza quando si ritrovano nel ranch di famiglia per addestrare un cavallo indomabile destinato alle gare. Kim Rossi Stuart racconta il rapporto con suo padre.
«Noi non siamo mai arrivati ai ferri corti. Ma anch’io ho fatto i conti con la necessità fisiologica di liberarmi della figura ingombrante di mio padre. E lui è stato bravissimo ad insegnarmi ad essere autonomo presto».
Essere padre a sua volta cosa le ha insegnato?
«Mi ha rivoluzionato la vita. Grazie alla paternità ho imparato ad amare dando tutto me stesso. Oggi sono una persona convinta che la famiglia venga prima di tutto. Ci sono arrivato gradualmente dopo aver creduto che servissero i cosiddetti spazi di libertà per dedicarsi magari al lavoro. Ma si trattava di una trappola. La vera libertà è dare tutto ai figli».
Gli viene chiesto quale considera il suo più grande successo? Incredibilmente risponde che l’apice del successo lo ha raggiunto dopo l’incidente in moto in cui rischiò la vita, nel 2005.
«L’incidente di moto in cui nel 2005 rischiai la vita e che, paradossalmente, mi procurò una grande popolarità e l’affetto di tantissima gente. Lo dico con un certo sarcasmo per riflettere su come funziona il mondo in cui la cronaca e il gossip vengono prima di tutto».