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La curva Juve riaperta, «Può un ritardo di dodici minuti cancellare un episodio di razzismo?» (Corsport)

Che c’entra la burocrazia con la gravità degli ululati razzisti a Lukaku? «Dodici minuti rendono lecito ciò che prima era vergognoso»

La curva Juve riaperta, «Può un ritardo di dodici minuti cancellare un episodio di razzismo?» (Corsport)
Mg Torino 04/04/2023 - Coppa Italia / Juventus-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Romelu Lukaku

Il Corriere dello Sport ritorna sui 12 minuti di ritardo della Procura federale che hanno permesso alla curva della Juventus di rimanere aperta dopo la squalifica per razzismo.

Ieri La Corte Sportiva d’Appello ha pubblicato le motivazioni inerenti alla non chiusura della curva della Juventus in merito a quanto accaduto nella partita valida per la Coppa Italia. In quell’occasione, al rigore segnato da Lukaku, i tifosi urlavano offese razziste nei confronti dell’interista. La decisione di non chiudere la curva è dettata da un vizio legato ai tempi di trasmissione della relazione su quanto accaduto al Giudice Sportivo. 

Il commento di Evangelisti sulla vicenda dalle colonne del quotidiano sportivo:

Dodici minuti non sono così lunghi. Al Mondiale in Qatar ci sono stati recuperi di portata maggiore. Eppure dodici minuti bastano a rovesciare una sentenza, a salvare dalla squalifica una tribuna in gran parte impegnata a riversare su un giocatore, Romelu Lukaku, «beceri e insultanti cori e grida di discriminazione razziale». I dodici minuti di ritardo con i quali la procura federale ha trasmesso la propria relazione al giudice sportivo: per questo il ricorso della Juve è stato accolto e la squalifica del settore è stata cancellata“.

Il giornalista continua:

Dodici minuti non sono così brevi. Dopo il Bin Bang, a quel punto esistevano già gli elementi necessari a comporre la vita, l’universo e tutto quanto. Ma può essere che un ritardo inferiore a quello che chiunque e di noi sperimenta alle fermate dell’autobus sia sufficiente a cancellare un episodio di razzismo, obliterarlo dalla cronaca, riportare il  mondo a un ordine illusorio e a un’innocenza artificiale? A quanto pare si. Oggi sappiamo che dodici minuti rendono lecito ciò che prima era vergognoso. Normale, in una società dalla memoria corta“.

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