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Pulici: «In Nazionale contava il potere. Bearzot parlò con due calciatori della Juve e finii in tribuna»

A La Stampa: «Due Mondiali, zero presenze. Ho avuto un ghepardo per cinque anni, lo portavo anche al Filadelfia»

Pulici: «In Nazionale contava il potere. Bearzot parlò con due calciatori della Juve e finii in tribuna»
1974 archivio Storico Image Sport / Torino / Paolo Pulici / foto Aic/Image Sport

Paolino Pulici simbolo del Torino anni Settanta, oggi ha 74 anni. La Stampa lo intervista. Ricorda che era destro ma calciava più forte col sinistro: «Quando misurai la velocità del tiro a Coverciano, il sinistro viaggiava a 179 km orari e il destro a 128».

A 18 anni l’esordio in A…

«Contro il Cagliari al Comunale, altro 0-0. Nel tunnel, prima di entrare in campo, sentii una mano sulla spalla. Era Gigi Riva, il mio idolo di gioventù, mi disse di stare tranquillo che noi del Legnano eravamo forti e io rimasi paralizzato dall’emozione. Sostituire Facchin pesava, ma Ferrini, Agroppi, Cereser, Fossati, Combin, tutti i compagni, mi rasserenarono. E caricarono: “Andiamo a vincere, non abbiamo paura di nessuno”».

Nonostante tanti gol, in azzurro giocò poco.

«Giusto avere davanti Riva, altre gerarchie non le ho capite. La verità è che certe squadre comandavano».

Parla di blocchi?

«No, di potere. Che non fosse questione di blocchi lo dimostra il Mondiale 1978: del Toro eravamo sei, ma solo Zaccarelli giocò con continuità. Io, Pecci e Patrizio Sala nemmeno un minuto. Una volta Bearzot mi fermò: “Domani giochi”. Poi lo vidi parlare con due calciatori della Juve e mi ritrovai in tribuna, manco in panchina. Tra i miei record c’è anche quello di due Mondiali senza presenze».

Un suo pallonetto a Zoff ha ispirato Messi...

Pulici: «Me lo ha confidato lui, dicendo di aver visto i miei gol su un dvd che gli aveva dato Guardiola. Con Pep ci eravamo conosciuti a Trezzo, lui giocava nel Brescia e io insegnavo calcio ai bambini. In tanti anni ne ho mandati 52 all’Atalanta, 49 al Milan e 51 all’Inter, ma ho soprattutto cercato di trasmettere valori. Mi sono fermato due anni fa, quando ho capito che alcuni dirigenti sfruttavano il mio nome».

I gol alla Juve avevano un sapore speciale…

Pulici: «Una volta, prima d’un derby, ero a mangiare al Macumba di Pinerolo. Nella tenuta c’erano degli animali esotici e andai a vedere due ghepardini appena nati: il proprietario mi disse che se avessi segnato me ne avrebbe regalato uno, feci doppietta e mantenne la parola. L’ho tenuto cinque anni, a volte lo portavo al Fila».

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