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L’Equipe dedica una pagina al giovane Mussolini della Lazio: “Un club fascista da sempre”

Il quotidiano racconta la storia della famiglia della promessa biancoceleste, e serve a ribadire che la Lazio è una società legata al fascismo

L’Equipe dedica una pagina al giovane Mussolini della Lazio: “Un club fascista da sempre”
Mg Roma 17/12/2005 - campionato di calcio serie A / Lazio-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Paolo Di Canio

L’Equipe dedica un’intera pagina ad un giovane della Primavera della Lazio. Perché la suddetta promessa del calcio si chiama Romano Floriani Mussolini, e per il quotidiano francese il “nome non è banale”. Perché – la storia è nota – si tratta del pronipote di Benito Mussolini”.

Quello de L’Equipe è un articolo molto didascalico. In cui si spiega chi era “il dittatore che prese il potere il 28 ottobre 1922 dopo una dimostrazione di forza delle sue milizie fasciste, le famose Camicie Nere. Principale sostenitore di Hitler durante la seconda guerra mondiale, estromesso dal potere dagli Alleati nel 1943, il Duce fu fucilato nel 1945 prima di vedere il suo corpo impiccato dalla folla inferocita”.

E si racconta chi è Romano Floriani Mussolini. Di chi è figlio. Dei riferimenti espliciti alla tradizione familiare. E di come il ragazzo sia un giocatore di talento cui si cerca di non far pesare la storia di cotanta famiglia.

Lazio fascista

Ma il punto del pezzo è ovviamente un altro. Romano Floriani Mussolini è un innesco: serve a raccontare ai lettori francesi quanto sia fascista la Lazio. Esce il giorno dopo l’ennesima dichiarazione di Lotito contro quest’accostamento (“io e la Lazio da sempre contro il fascismo”) e segue la polemica di un paio di settimane sulla trasferta della Lazio in Francia vietata ai suoi tifosi definiti ufficialmente “fascisti”.

L’Equipe ricorda che

“il calcio non è mai davvero stato un affare di famiglia per Mussolini. Benito era piuttosto appassionato di sport militari, come la scherma e l’equitazione, ma capì che lo sport poteva essere un’importante arma di propaganda. Ha così favorito il suo sviluppo attraverso la costruzione di molti stadi ancora oggi esistenti (quelli di Bologna e Torino in particolare) e di una nazionale agonistica, incoronata campione del mondo nel 1934 (in Italia) e nel 1938 (in Francia). Ma il calcio di squadra non lo ha mai interessato davvero”.

“Fu in seguito che la Lazio sarebbe stata regolarmente associata al fascismo, attraverso le numerose azioni dei suoi rappresentanti diretti e indiretti: croci celtiche, grida di scimmie, saluti fascisti, striscioni su Auschwitz e persino foto di Anna Frank, nell’ottobre 2017. Gli ultras del club sono regolarmente puniti per atti razzisti o antisemiti. Il 16 ottobre, dopo la vittoria contro l’Inter (3-1), Juan Barnabé, il falconiere spagnolo incaricato di far volare l’aquila reale – emblema del club – sopra lo Stadio Olimpico prima di ogni partita casalinga, è stato addirittura ripreso mentre eseguiva i saluti fascisti con altri tifosi. La Lazio lo ha immediatamente sospeso. Romano Floriani Mussolini ovviamente non ha commentato il caso”.

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