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Povero Kim, l’ultimo martire dell’anti-madridismo (El Paìs)

“La nuova sfida del Real è vincere la Champions senza vincere le partite, senza farsi notare troppo”

Povero Kim, l’ultimo martire dell’anti-madridismo (El Paìs)
Real Madrid's Brazilian forward #07 Vinicius Junior and Bayern Munich's South Korean defender #03 Kim†Min-Jae vie for the ball during the UEFA Champions League semi-final first leg football match between FC Bayern Munich and Real Madrid CF on April 30, 2024 in Munich, southern Germany. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)

“Raramente noi tifosi anti-Madrid ci siamo sentiti più identificati con un calciatore come martedì scorso con Kim Min-jae, il difensore centrale sudcoreano del Bayern Monaco: hai fiducia in te stesso, esci dalla tua zona di comfort per seguire un fantasma e all’improvviso c’è Vinicius che batte il tuo portiere, Nacho che alza la Coppa dei Campioni e Florentino Pérez che si lascia abbracciare dai balconi di metà Madrid”.

Per Rafa Cabeleira, sul Paìs, questa è “una storia ripetuta troppe volte per essere una coincidenza. Un modus operandi che di tanto in tanto ci fa fare la figura degli sciocchi per non saper leggere i segnali, per insistere nell’errore, per non combattere il mito quando il mito dorme, cosa che non avviene quasi mai. Per non accettare, insomma, quanto il Madrid sia pericoloso, affidabile e, peggio di tutto, trasversale”.

“Contro il Real Madrid tutto impallidisce non appena risuonano gli accordi dell’inno della Champions League”, continua l’editorialista. E’ tipo un “richiamo marziale”. Secondo lui non c’è verso che passi il Bayern Monaco: “Negli ultimi anni ci siamo abituati, nella resistenza, a percepire le vittorie di Madrid molto prima che si verifichino, un po’ come gli insetti e le catastrofi naturali. Un altro dato a sostegno del pronostico: il Real Madrid è rimasto quattro partite di fila senza vincere in Champions League, la sua migliore serie storica. Direi allora, a distanza e per rispetto, che la sfida per i tifosi del Real Madrid quest’anno potrebbe essere proprio questa: vincere, ma senza vincere. Vincere senza che si noti troppo, insomma, è una forma di umiltà come tutte le altre per le quali l’umiltà è vietata per decreto. O dalla natura stessa del mostro. In caso contrario, chiedete a Kim Min-jae, l’ultimo martire dell’anti-madridismo, che pensava di aver visto un passero e si è imbattuto in Godzilla annidato nella sua cucina”.

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