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Sarri lavora in attacco come se Higuain non esistesse

Il tecnico azzurro, a Dimaro, prova schemi offensivi per rendere il Napoli meno Higuain-dipendente.

Sarri lavora in attacco come se Higuain non esistesse
Gonzalo Higuain

Il Napolista non fa sensazionalismi o allarmismi fuori luogo. Lo sapete, lo sappiamo. Quindi, prendete questo “pezzullo” (meraviglioso gergo napoletan-giornalistico) per quello che è: una sensazione, che nasce da quello che abbiamo visto sul campo di Dimaro.

Primo esercizio di oggi, movimenti d’attacco. Strano, perché di solito Sarri lavora sulla difesa. Chi legge i nostri report, lo sa. Comunque: è roba simile a quella già vista, proposta e riproposta dall’allenatore azzurro. L’abbiamo descritta nel nostro pezzo pubblicato subito dopo il termine della seduta. Per spiegarvi di cosa si è trattato, copincolliamo qui il breve periodo che parla di questa simulazione, ma mettiamo una formattazione diversa per dimostrare che abbiamo lavorato nonostante un semplicissimo Ctrl+C – Ctrl+V:

Si lavora sull’uscita dalla difesa, ovviamente col possesso e la palla rasoterra, e poi sulla controripartenza. Due squadre, ma stavolta lo start all’azione offensiva viene dai preparatori vestiti di rosso. Che dettano l’inserimento dei terzini con il passaggio e appoggiano la palla sull’attaccante che viene a fare da perno. In tanti attaccano l’area avversaria: l’esterno opposto, il centravanti, una delle mezzali. È una novità per questa squadra, che in realtà ci fa pensare a un futuro senza Higuain. Ne parleremo a parte, in un pezzo che sarà online tra poco. Ma non facciamo gli allarmisti.

Questo è il pezzo in cui ne parliamo a parte. E tra poco è ora, anche se continuiamo a non voler fare gli allarmisti. Chi scrive tifa Higuain, come non potrebbe. Ovviamente, vuole che rimanga. Quindi, ha paura di scrivere ciò che sta per scrivere. Eppure, la sensazione è che un lavoro come questo sia propedeutico all’assenza del Pipita.

Higuain non c’è, si sente. E si vede, pure in campo e nelle squadra che stanno preparando e che si sta preparando. L’attaccante argentino è un accentratore assoluto, vive del proprio esclusivismo offensivo e realizzativo. Ha fatto 36 gol, del resto. Una cifra del genere la raggiungi solo se sei un cannibale. Gonzalo, pensiamoci, raramente e difficilmente accetterebbe un contingente tanto numeroso in avanti, insieme a lui, dedicato alla ricerca della conclusione decisiva verso la porta. Ci ricorda un po’ la storia di Michael Jordan come ci venne raccontata da Federico Buffa in uno speciale dedicato ad Air: all’arrivo di Phil Jackson a Chicago, colloquio con la stella della squadra. Jordan, ovviamente. Il nuovo coach annuncia al numero 23 che giocheranno con un nuovo schema offensivo, la side line triangle. Una roba quasi mitica per la pallacanestro. Jordan risponde con una domanda: «E io faccio 30?». Intende i punti, ovviamente. Dopo vi diciamo la risposta di Jackson.

Intanto, torniamo a noi: il Napoli, almeno in allenamento, continua come se Higuain non esistesse, come se il Pipita non fosse contemplato. Chissà se le prove sono solo per il momento, o magari per cambiare la squadra con lui dentro. O per prepararla per un futuro diverso, senza il suo contributo e il suo esclusivismo offensivo. Tutto può essere, ma intanto Gabbiadini e Dumitru fanno i centravanti perno (questo Higuain lo fa benissimo, eh) e attaccano l’area insieme a tanti compagni, almeno due se non tre. Una novità rispetto al passato, e il passato è Higuain. Il presente no, ma non è un problema. Il futuro non si sa, e questo è leggermente più preoccupante.

Poi però magari succede come Jackson che rispose così a Jordan: «Sì, fai 30. Ma l’importante è farti giocare in un contesto». Forse Sarri sta facendo la stessa cosa, sta preparandosi a rispondere nello stesso modo alla domanda del Pipita sul perché Allan ora rompe le scatole in area nel suo spazio. Solo che Higuain non vuole fare solo 30, ma 36. Lui è un abitudinario, non vuole staccarsi dalle cifre. Soprattutto quelle dei record. Avvisiamolo, però: noi vogliamo che torni, anche se fa 25 invece di 36 noi siamo felici lo stesso. Lo ameremmo comunque, anche con un gollettino lasciato ogni tanto a chi vuole lui.

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