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Scacchi, Niemann accusa Carlsen di aver pagato un giocatore per insultarlo durante un torneo

Lo racconta il Guardian. Il giovane scacchista americano ha querelato Carlsen per diffamazione: avrebbe pagato 300 euro per far urlare «Hans imbroglione»

Scacchi, Niemann accusa Carlsen di aver pagato un giocatore per insultarlo durante un torneo

La diatriba tra il giovane scacchista americano Hans Niemann e il campione del mondo Magnus Carlsen continua. Stavolta Niemann accusa Carlsen di aver pagato 300 euro ad un altro giocatore per gridargli insulti durante un torneo. Nello specifico, «Hans imbroglione».

Niemann ha citato Carlsen e Chess.com per diffamazione, calunnia e, si legge nel documento legale presentato alla corte distrettuale del Missouri, di “collusione illegale per escluderlo dalla professione a cui ha dedicato la sua vita”.

Nello stesso documento, Niemann dichiara che Carlsen e i suoi compagni di squadra hanno danneggiato ulteriormente la sua reputazione cantando “Jukse Hans” e “Cheater Hans”, in norvegese, nei bar, durante i campionati europei a squadre in Austria, a ottobre.

Nell’atto si legge:

“Nella malevola campagna diffamatoria di Carlsen contro Niemann, Carlsen è arrivato al punto di pagare Aryan Tari € 300 per urlare ‘Ukse [sic] Hans’, norvegese per ‘Cheater Hans’, dagli spalti alla cerimonia di chiusura della Coppa dei Campioni di ottobre 9, 2022, a cui hanno partecipato molti dei più importanti giocatori di scacchi del mondo e ascoltato da molti dei suoi fan. Poco dopo, l’intera squadra di scacchi norvegese, compreso Carlsen, è stata osservata cantare pubblicamente ‘Ukse [sic] Hans’ nei bar e per le strade della città austriaca dove si è tenuta la Coppa Europa per club. Qualsiasi ascoltatore ragionevole di queste dichiarazioni le interpreterebbe come una reiterazione della falsa accusa di Carlsen secondo cui Niemann ha barato quando ha sconfitto Carlsen alla Sinquefield Cup”.

L’avvocato di Carlsen, scrive il Guardian, ha definito le accuse di Niemann «nient’altro che un tentativo di deviare la colpa su altri».

I rappresentanti di Chess.com e Magnus Carlsen non hanno rilasciato commenti.

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