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Petković recensisce Challengers: «Ero traumatizzata dai film sul tennis, questo è geniale»

L’ex tennista per il Guardian: “E’ il miglior film sportivo di sempre, anche meglio di Moneyball. Solo che rende il tennis sexy… il tennis non è mai sexy”

Petković recensisce Challengers: «Ero traumatizzata dai film sul tennis, questo è geniale»
A picture shows the shoes of US actress Zendaya during a photocall for the release of the movie 'Challengers' directed by Luca Guadagnino on April 8, 2024 in Rome. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Due informazioni di contesto: Andrea Petković è stata una gran tennista, è arrivata fino al numero 9 del mondo. Ha giocato da pro per 16 anni, si è ritirata solo due anni fa. Lei stessa dice che se non ce ne ricordiamo “è perché con un tempismo perfetto mi sono ritirata insieme a Serena Williams. Motivo numero due: non ho mai avuto la carriera di Serena. Vabbè”. Ecco, ha recensito per il Guardian “Challengers“, il film sul tennis di Luca Guadagnino con Zendaya che sta avendo un enorme successo, anche in Italia. Ed è una recensione molto divertente, da tennista che ha sempre odiato i film sul tennis. Spoiler: le è piaciuto.

“Ero pronta a odiare Challengers. Non è stato solo perché era una bellissima serata ed ero seduta in uno scantinato, ma anche perché ero traumatizzata da tutti i film sul tennis che erano arrivati ​​prima. Non tutti sono orribili (anche se alcuni lo sono), ma descrivono il tennis in modi che a volte sono sbagliati e altre volte ridicoli. Kirsten Dunst che mette alla prova la tenuta delle sue corde battendo sul telaio della racchetta solo per far sì che una corda si rompa proprio in quel momento, nel film Wimbledon, mi perseguita ancora oggi. Chi ha permesso che ciò accadesse?”.

“Devo ammettere che i film sportivi sono difficili da realizzare. Troppo spesso fanno affidamento su quell’unico momento catartico in cui tutto si riunisce e le lotte del protagonista vengono dimenticate nella vittoria. Per far sì che ne valga la pena, queste lotte sono stratificate e ogni eventuale trionfo è tappezzato di sentimento. Un papà che piange tra il pubblico, un allenatore che annuisce in segno di approvazione, entrambi raggianti di orgoglio, i compagni euforici, l’avversario umiliato. Come se un’infanzia spezzata potesse essere riparata vincendo una partita che, se siamo onesti, significa molto poco rispetto a quasi tutto il resto della vita”.

Ecco, però Challengers “è qualcosa di completamente diverso e l’ho adorato. Non avrei mai pensato di scrivere queste parole, ma è un film sportivo molto sexy. Ed è interessante notare che è l’unica cosa che c’è di sbagliato nel tennis. Il tennis può essere aggraziato, perfino bello se giocato dalla persona giusta, ma sexy non lo è mai”.

“Challengers coglie perfettamente ogni altro dettaglio sul tennis”, scrive ancora. “Sono rimasta senza fiato quando ho visto i pantaloncini Nike a scacchi dell’era Pete Sampras indossati da Patrick Zweig (Josh O’Connor), un punto fermo nel guardaroba di ogni aspirante giocatore: erano robusti e indistruttibili, un requisito quando hai a malapena abbastanza soldi per pagare un hotel. Ho riso forte quando ho visto il Kinesio Tape che correva lungo il collo di Art Donaldson (Mike Faist). Per non parlare della coda di cavallo perfettamente intrecciata di Tashi (Zendaya) quando era ancora una prodigio del tennis, sostituita da una coda di cavallo lunga fino al mento quando diventa un’allenatrice. Ho visto innumerevoli amici e colleghi farsi un taglio di capelli radicale quando vanno in pensione o sono colpiti da un infortunio”.

“Dalla rappresentazione delle camere di catene di hotel senz’anima alle sedie bianche per i tifosi, all’abbigliamento degli arbitri, da nessuno che batte ciglio negli spogliatoi mentre un loro coetaneo va in tilt con una racchetta da tennis al perfetto Tashi Espadrillas WAG Chanel, la scenografia merita un posto, se non agli Oscar, almeno nella Tennis Hall of Fame”.

Il tennis in sé è buono ma non perfetto. Sebbene gli attori svolgano un lavoro più che encomiabile in campo, è ovvio per un ex professionista che non giocassero seriamente a tennis da bambini”.

Scrive che Guadagnino è stato “geniale”. “Solo le persone che hanno trascorso decenni attorno al tennis, sia come giocatore che come allenatore, come dirigente o come tifoso, conoscono i segreti che questo sport rivela quando sei abbastanza pazzo da seguirlo. Ad ogni vittoria corrisponde una sconfitta e ad ogni sconfitta corrisponde una vittoria. Non è il miglior film che abbia mai visto. Ma è il miglior film sul tennis. Forse anche il miglior film sportivo. Scusa, Moneyball”.

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