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Il razzismo degli juventini e le frasi di Commisso su Spalletti sono figli dell’ignavia del calcio italiano

All’estero (come in Francia) il razzismo e le descriminazioni da stadio sono gravi, da noi non frega niente a nessuno. Né al Palazzo né all’opinione pubblica

Il razzismo degli juventini e le frasi di Commisso su Spalletti sono figli dell’ignavia del calcio italiano

Da buoni ingenui, stamattina ci saremmo aspettati fior di commenti sulle dichiarazioni di ieri del presidente della Fiorentina Rocco Commisso che ha rotto il silenzio sugli indegni episodi avvenuti allo stadio di Firenze nel corso e al termine di Fiorentina-Napoli. Con due tifosi che hanno aggredito l’allenatore del Napoli Spalletti, provando a tiragli uno schiaffo e lanciandogli una bottiglia. Spalletti si era avvicinato dopo essere stato insultato per tutta la partita.

Il mondo del calcio – a parte qualche inutile procedura di rito – è rimasto in silenzio. I due sono stati sottoposti a provvedimento della Questura (due Daspo). La Fiorentina non ha detto nulla.Anzi magari fosse stata zitta. Ha parlato prima Joe Barone. Poi, ieri, Commisso. Che ha detto di non aver visto il “fantomatico schiaffo” (e basterebbe questo, non è chiaro se abbia visto o meno le immagini),dopodiché ha ribaltato i termini della vicenda:

“Sul caso Spalletti ci sono stati articoli su articoli, sui cori antisemiti pure, ma quando mi hanno chiamato mafioso nessuno ha aperto bocca. Questo mi ha fatto male e me lo ricorderò per sempre. Se si può fare qualcosa? Serve leadership, quando sono arrivato e mi hanno offerto la sciarpa con scritto Juve merda a me non è piaciuta. Poi ci sono stati vari episodi che ho sempre condannato, razzismo ma anche razzismo di italiani verso altri italiani, come quelli del Sud. Quello che ha fatto Spalletti non è accettabile, lo schiaffo fantomatico io non l’ho visto e non mi è piaciuto. Io devo pagare 15mila euro per tutto questo, per i cori eccetera. Facciamo i bravi, io sto sempre zitto e durante le partite certe cose me le tengo dentro. Firenze e i tifosi non meritano questo”.

Nessuno ha commentato. L’opinione pubblica è rimasta in silenzio come se avesse espresso i concetti più ovvi del mondo. Il calcio manco a dirlo. Il presidente Gravina è troppo impegnato a fare il conto delle bollette da pagare, non può certo perdere tempo con queste cose adolescenziali.

Stamattina da Parigi arrivano notizie di quattro tifosi juventini indagati per istigazione all’odio razziale. Da noi sarebbe impensabile. Parlerebbero di goliardi per chi fa il verso delle scimmie. Non c’è nemmeno da ricordarlo: l’Italia è un Paese razzista e quindi lo è anche il calcio così come tanti altri settori. Non è un problema di vertice. I Tavecchio siamo noi (ahinoi è così) e il disinteresse di Gravina è figlio del disinteresse dell’opinione pubblica. In Francia Commisso si sarebbe beccato una squalifica di mesi. Da noi, non merita neanche un titolo in prima pagina.

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