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Ancelotti lavora a un Napoli dominante: cosa ha funzionato (poco) a Wolfsburg

La qualità a centrocampo e l’intesa Mertens-Milik in avanti: le idee di Ancelotti si vedono anche in una partita negativa, con un Napoli non pronto a supportarle.

Ancelotti lavora a un Napoli dominante: cosa ha funzionato (poco) a Wolfsburg

Una brutta partita (con qualche spiraglio)

Non è facile parlare di Wolfsburg-Napoli senza farsi corrompere, o quantomeno indirizzare, dal catastrofismo del risultato finale. Dall’ansia per una prestazione sicuramente deludente, a sette giorni dall’inizio del campionato. Il passo indietro rispetto al Borussia Dortmund è stato netto, ma ci sono modi e tempi per rimettere insieme le idee e il progetto tattico di Ancelotti. Inoltre, ci sono anche alcuni spiragli positivi che vanno considerati nella lettura della partita. Ora ci occuperemo di questi aspetti, quelli incoraggianti. Ovviamente, dopo andremo anche a spiegare/raccontare le cose che non funzionano.

Qualità

Come al solito, è bene partire dalle parole dell’allenatore per individuare i temi dell’analisi ex-post: «La partita è stata negativa, ma abbiamo fatto anche meglio rispetto ad alcuni momenti del match contro il Borussia. In avanti c’è stato possesso ma è mancata profondità. Hamsik, Zielinski, Fabian Ruiz: immagino un Napoli completo, aggressivo, voglio un centrocampo con qualità. Anche per questo siamo migliorati in avanti ma è peggiorata la difesa. Mi piace immaginare Milik e Mertens che giocano, possono darci una grande mano».

Si evince, chiara, la condizione di Ancelotti: il suo Napoli è in fase di costruzione, anzi è addirittura in fase di progettazione. Ovvero, il tecnico di Reggiolo sta ancora sperimentando, provando, muovendo i pezzi, sta cercando la formula migliore perché questa rosa possa rendere attraverso l’interpretazione delle sue idee di calcio. Non è facile, non sarà facile, non è detto che possa riuscirci. Allo stesso modo, però, qualcosa di questo discorso c’è stato. E ha funzionato.

Iniziamo dal centrocampo di qualità, ovvero la strada migliore per tenere il pallone, impostare e dominare il gioco e soffrire poco. Il Napoli ha già provato a imboccare questa strada, e ieri abbiamo visto degli abbozzi in questo senso. Nella parte centrale del primo tempo, diciamo dal 20esimo al 35esimo, il Wolfsburg non riusciva a uscire dalla sua metà campo, se non attraverso lanci lunghi e azioni improvvisate. Il Napoli teneva la linea alta, muoveva molto il pallone e i terzini, cercava di entrare nelle maglie della difesa del Wolfsburg attraverso il ragionamento. Anzi, attraverso una serie di ragionamenti differenziati: il cambio di gioco, lo scambio stretto, la sovrapposizione. Ancelotti allude a questo quando parla di possesso, qualità e mancanza di profondità.

Otto calciatori nella metà campo del Wolsburg; i tre uomini del centrocampo (triangolo azzurro) che salgono in appoggio; i terzini altissimi (nei due cerchi rossi);  Insigne in posizione di trequartista centrale (nel rettangolo azzurro) mentre Milik tiene bassa la difesa avversaria.

Sopra, lo screen dell’occasione di Insigne al 25esimo. È il Napoli che Ancelotti immagina, che Ancelotti vorrebbe. Tanti uomini ad organizzare la manovra offensiva, Insigne che lascia la sua posizione e crea superiorità numerica in un’altra zona del campo, tante soluzioni di passaggio reali o solo potenziali. Lorenzo è nella posizione giusta, ma esagera nel tentare un pallonetto senza grande convinzione. Tatticamente, l’idea di Ancelotti è quella di dominare/vincere le partite così. Con tanti uomini in avanti. Il paradosso è che Carletto pensa ad un gioco offensivo ancora più ambizioso di quello di Sarri. Cerca la qualità dei giocatori all’interno del gioco. Solo che serve la miglior condizione (fisica e d’attenzione) per sostenere un approccio così aggressivo al possesso palla e al pressing. L’ha detto anche lui nel postpartita.

L’intesa Milik-Mertens

Una diapositiva in movimento, prima di iniziare l’analisi di questo punto:

Più che l’azione in sé, bisogna notare la posizione del tridente, la posizione di Mertens, Milik e Verdi. Tutti vicinissimi, tutti pronti a lavorare per lo scambio stretto, che poi riesce (benissimo) tra Mertens e Milik. È l’estensione dell’idea di qualità di cui Ancelotti si è fatto veicolo nel postpartita. In questo caso, i calciatori sfruttano la loro abilità nello stretto, attaccano la difesa del Wolfsburg in verticale e con grande rapidità, Milik avrebbe potuto far proseguire per Verdi, che si sarebbe ritrovato solo contro il portiere – solo che Arek fa il centravanti, e un centravanti tira da quella posizione, senza pensarci.

Bello vedere che anche in questo caso gli esterni difensivi (Malcuit e Mario Rui) sono a supporto dell’azione, ci sono sempre otto uomini del Napoli nella metà campo avversaria, è una specie di dogma nel calcio di Ancelotti. Anche il gol di Milik nasce da un’azione simile, Mertens scende da sinistra verso il centro e apre lo spazio alla sovrapposizione di Mario Rui, perfetto nel cross al centro.

Conclusioni

Gli aspetti positivi di cui abbiamo parlato sono pochi ma chiari, e in qualche modo influenzano anche quelli negativi – di cui scriveremo a parte. Il Napoli ha belle idee in cantiere, solo che non ha ancora la forza (fisica e mentale) e l’attenzione per applicarle senza subire la legge del contrappasso. È una questione di lavoro in fase di progettazione (vedi sopra), per cui gli errori sono un campanello d’allarme ma possono essere anche anche un aiuto, come spia per capire dove sta (e come risolvere) i problemi.  Il resto è abitudine, automatismo che va coltivato, è una squadra di buona qualità che non ha ancora trovato gli equilibri giusti tra quello che è stata, quello che è e quello che aspira ad essere.

Ripetiamo: quello di Ancelotti è un progetto ambizioso, perché punta a un Napoli completo. Dominante in maniera diversa rispetto al passato recente eppure in grado di affermare la sua qualità. Si è visto contro il Chievo e il Borussia Dortmund, in piccoli segmenti della partita di Wolfsburg, praticamente mai a Dublino. Non basta per essere del tutto tranquilli, a una settimana dalla prima partita ufficiale. Anche perché ci sono stati degli errori, grossi e significativi. Ne parleremo tra poco.

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