
Bryan Adams: «Il mio dottore dice che per una prostata sana, bisogna fare sesso 27 volte al mese»
Il cantautore al Guardian: «Piango per le crudeltà sugli animali. Conservo le lettere di mio nonno, che terminavano con: "Continua a sorridere"»
Il cantautore al Guardian: «Piango per le crudeltà sugli animali. Conservo le lettere di mio nonno, che terminavano con: "Continua a sorridere"»
A Repubblica racconta: «Dino De Laurentiis mi voleva col nome d'arte Castel Romano, mi salvò l'assistente»
A Repubblica: «L’impresa del Marocco è una botta di autostima. I commenti dei festeggiamenti dimostrano che nel Paese c’è ancora razzismo».
Al Fatto Quotidiano: «La mia era una famiglia proletaria. Per me la ricchezza è mettere il riscaldamento alto e girare nudo per casa».
Al Corsera: «La storia finì perché ij un rapporto si sta in due, non in duecento. Stavamo spesso a casa, io preparavo le torte»
Al CorSera: «Il privilegio è tale se puoi farne ameno, altrimenti diventa un bisogno. Il lusso vero è qualcosa di cui puoi liberarti in qualsiasi momento».
A La Repubblica: «Nella mia vita ho scritto per tutti, per Mina, Roberto Carlos. Ho sofferto, ero avanti anni luce. Nei momenti di silenzio partivo per Cuba».
Al CorSera: «Ora sto con un ragazzo di 32 anni, trenta meno di me. È un bellissimo viaggio perché è a termine, il che lo rende intenso».
Al Messaggero: «Dai 16 ai 20 anni ho fatto solo quello, studiavo pochissimo. Da piccolo ero obeso, mi prendevano in giro pesantemente».
Al Corsera: «C'erano i due concerti in contemporanea, da noi fila chilometrica. Si presentò: “vengo anche io, tanto da me non viene nessuno”»
Al Corsera: “A Sanremo mi trattarono come se fossi sceso dal barcone. Poi con Pino diventammo amici, spesso passava il Natale da me”
A Sette: «Non avevo fisicamente voglia di esistere. «Ho preso una microcasa in affitto a Milano, sono stata 15 giorni senza luce».
A Sette: «Essere ebreo a Hollywood significa voler entrare in un circolo popolare ed essere accettato. I compagni più popolari invece facevano a gara per apparire nei miei video»
Al CorSera: «Quando non giro mi sfogo con la fatica fisica, zappare, mettere mani nella terra. Ho una passione: costruire muretti a secco»
Il regista firma un documentario su Troisi: «Lo conobbi nel 92. All'orizzonte c'era l'idea di un film insieme. Purtroppo non c'è stato tempo»
Alla Süddeutsche lo chef stellato e della Nazionale: «Vivo in una bolla di cibo stellato. Il cibo è relax. Per l'arrosto di maiale con patate lascerei tutto»
Al Messaggero: «Ritocchi estetici? Non più di due volte l’anno e sempre d'estate, perché altrimenti in tv si vedrebbe. Non voglio trasformarmi».
A Sette: «Non faceva nulla per impulso. Era padrone di sé delle sue emozioni, si poneva un obiettivo e lo seguiva. Aveva gran controllo»
«L'asfalto sanguina, li vogliamo spendere sti due soldi per farlo visitare da uno specialista questo asfalto o no?». Ripreso da Libero
Il CorSera intervista Ricky Gianco. «Jannacci era imprevedibile anche per se stesso. Era formidabile, anche se mangiava le parole».