
Irene Pivetti: «Vivo con mille euro al mese, per un anno ho messo lo stesso maglione e lo stesso jeans»
A Sette: «Non avevo fisicamente voglia di esistere. «Ho preso una microcasa in affitto a Milano, sono stata 15 giorni senza luce».
A Sette: «Non avevo fisicamente voglia di esistere. «Ho preso una microcasa in affitto a Milano, sono stata 15 giorni senza luce».
A Sette: «Essere ebreo a Hollywood significa voler entrare in un circolo popolare ed essere accettato. I compagni più popolari invece facevano a gara per apparire nei miei video»
Al CorSera: «Quando non giro mi sfogo con la fatica fisica, zappare, mettere mani nella terra. Ho una passione: costruire muretti a secco»
Il regista firma un documentario su Troisi: «Lo conobbi nel 92. All'orizzonte c'era l'idea di un film insieme. Purtroppo non c'è stato tempo»
Alla Süddeutsche lo chef stellato e della Nazionale: «Vivo in una bolla di cibo stellato. Il cibo è relax. Per l'arrosto di maiale con patate lascerei tutto»
Al Messaggero: «Ritocchi estetici? Non più di due volte l’anno e sempre d'estate, perché altrimenti in tv si vedrebbe. Non voglio trasformarmi».
A Sette: «Non faceva nulla per impulso. Era padrone di sé delle sue emozioni, si poneva un obiettivo e lo seguiva. Aveva gran controllo»
«L'asfalto sanguina, li vogliamo spendere sti due soldi per farlo visitare da uno specialista questo asfalto o no?». Ripreso da Libero
Il CorSera intervista Ricky Gianco. «Jannacci era imprevedibile anche per se stesso. Era formidabile, anche se mangiava le parole».
Lo scrive Repubblica. Domani sarà annunciata la candidatura, che porta il titolo di "Il culto popolare di San Gennaro a Napoli e nel mondo"
Al CorSera: «A casa mia non mancava mai la torta. Ho scoperto che i figli della Milano più ricca avevano ristrettezze che io, figlio di operai, non avevo».
A Il Fatto Quotidiano: «Secondo me L’avvelenata è sopravvalutata. Ne ho scritte a decine di superiori. Non ho gli stessi gusti del pubblico».
Al CorSera: «Una notte costrinsi Corrado a portarmi in un deposito dell’Atac per salire su un autobus. È stata una fuga d’amore meravigliosa».
Al CorSera: «Antonio Conte è fissato con il lavoro, però ha un lato tenerone. Il ricco in fondo si diverte, è uno scossone alla monotonia della vita»
Alessandro Daniele al CorSera: «Viveva la popolarità in maniera conflittuale. Lo feriva che i fan non accettassero la sua evoluzione artistica, la loro durezza».
A La Repubblica: «Recitare mi ha insegnato ad educare il corpo e la voce. Sali sul palco e ti cachi sotto, non devi mai farlo vedere. Alla Wertmuller devo tutto».
A La Stampa: «Veronesi mi notò mentre cantavo ad una festa. Mi propose "I Laureati". Non gli sarò mai abbastanza grato. Sono diventato attore grazie alla fortuna».
Avrebbe omesso imposte dirette per oltre 400mila euro e dell’Iva per 160mila. «I media mi stanno diffamando. Lo Stato è nemico del popolo»
A La Verità: «Se chi ti segna e ti precede implode attraverso un atto come il suicidio, tutto il sistema entra in discussione».
Al Secolo XIX: «Se mi presentassi in gara a Sanremo non mi prenderebbero perché non sono un influencer. So che dovrei essere più attuale, ma non ne sono capace».