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«Il problema più grande di Pino Daniele è stato essere Pino Daniele»

Alessandro Daniele al CorSera: «Viveva la popolarità in maniera conflittuale. Lo feriva che i fan non accettassero la sua evoluzione artistica, la loro durezza».

«Il problema più grande di Pino Daniele è stato essere Pino Daniele»

Sul Corriere della Sera un’intervista al figlio di Pino Daniele, Alessandro. Racconta suo padre e in particolare il rapporto conflittuale che aveva con la popolarità e con i fan, dai quali, a volte, si sentiva soffocato.

«Il suo più grande problema è stato essere Pino Daniele. Viveva la popolarità in maniera conflittuale. Era legato ai suoi fan, ma qualche volta l’aggressività di quelli che contestavano la sua evoluzione artistica lo feriva. C’erano quelli che avrebbero voluto “congelarlo” ai tempi di Nero a metà. E glielo dicevano con durezza, a volte quasi minacciandolo. Ma la grandezza di papà è stata soprattutto quella di essersi evoluto, di non aver mai rinunciato a sperimentare».

Pino Daniele si è mai sentito escluso? Alessandro racconta:

«Certo. Papà è nato nei quartieri popolari di Napoli, ha avuto una famiglia con numerosi problemi, è stato allevato da due vicine di casa benestanti, ha rischiato di restare per sempre sulla strada. Parlava napoletano, da ragazzo faceva fatica ad esprimersi in un italiano corretto. E dunque, sì, si è sentito escluso nel momento in cui ha deciso di
fare musica».

Che famiglia ha avuto?

«Nonno Gennaro era malato di azzardo. Sperperava soldi, trattava male sua moglie e anche i suoi figli. Eppure papà non lo ha mai abbandonato e anche quando si è ammalato ha voluto fargli sentire il calore di una famiglia intorno. Diceva che lui l’odio lo aveva conosciuto davvero e non voleva averlo intorno a sé, in nessuna forma».

Di certo non era facile per lui coltivare dei sogni.

«Una volta ha raccontato: “Da ragazzino volevano che diventassi ragioniere per avere il posto fisso. Con la chitarra, mi dicevano, riuscirai solo a morire di fame. Io però non l’ho mai mollata”».

Sui problemi che Pino Daniele aveva al cuore, suo figlio dice:

«Mio padre era un miracolo in movimento. Pensi che ad un certo punto della sua vita aveva una vena sola che portava il sangue al cuore. I medici gli dissero che non avrebbe più fatto concerti, ma lui riuscì a ribaltare questa perizia. Le sue canzoni erano troppo importanti».

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