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Il ciclo mestruale è ancora poco studiato, le calciatrici si infortunano di più quando hanno il ciclo

La Sueddeutsche: solo pochi club hanno adottato un piano d’allenamento specifico. Non è più un tabù ma non c’è un approccio scientifico

Il ciclo mestruale è ancora poco studiato, le calciatrici si infortunano di più quando hanno il ciclo

Il ciclo mestruale: un tabù nello sport, e non solo. Tuttavia, negli ultimi anni, alcuni club si sono adoperati affinché le calciatrici abbiano un piano d’allenamento specifico per il periodo di ciclo.

Gli allenamenti nel calcio femminile basati sul ciclo mestruale

La Sueddeutsche scrive:

Il termine tabù ha una lunga storia. Secondo Duden, inizialmente significava “santo” e ora è ampiamente utilizzata nei dibattiti di politica, società e sport. Nel corso degli anni ha perso la sua connotazione religiosa. Ora è ormai sinonimo di intoccabile, illecito o inviolabile. Martina Voss-Tecklenburg, ex ct della nazionale tedesca, aveva parlato nel 2023 del “tabù” riguardo il ciclo mestruale. Era anche considerato un fastidioso fattore di disturbo tra le atlete professioniste. Ora non è più così: in Germania ci si informa quotidianamente sullo stato di salute delle calciatrici, compreso il loro ciclo. Ma non è la prima volta che capita: negli Stati Uniti dal 2019 adattano i piani di allenamento in base alle mestruazioni, idem dal 2020 al Chelsea. 

Non tutti i club, però, adottano questa strategia. Secondo un sondaggio dell’Università dello Staffordshire, il 69% delle calciatrici e allenatori in Europa affermano che il ciclo non viene preso in considerazione. In Bundesliga, top club come Wolfsburg, Bayern e Francoforte prestano attenzione agli allenamenti adeguati per il ciclo; altri, invece, registrano casi di calciatrici molto sofferenti, ma non prestano attenzione a come aiutarle. Club come Leverkusen o l’Essen sottolineano che la questione è all’ordine del giorno, ma non è stato fatto nulla. È dovuto a diversi motivi: pochissimi studi attendibili e poco tempo a disposizione.

Il ruolo del ciclo nelle prestazioni di un’atleta

Il primo stadio riguarda il livello di dolore. In uno studio della Bbc , il 60% delle atlete hanno affermato che il ciclo mestruale ha un impatto sulle loro prestazioni. Poco prima e durante il ciclo, le prestazioni diminuiscono. Il 40% ha anche affermato di non volerne discutere con il proprio allenatore. Questo è già gran parte del problema. Ma l’allenamento può essere ottimizzato cogliendo il ciclo come un’opportunità: nella prima fase, la costruzione muscolare diventa più facile e si consiglia un allenamento intensivo della forza. Nella seconda fase, le prestazioni poi diminuiscono e le atlete sono più a rischio di infortunio, come la rottura del crociato. Le donne infatti rischiano maggiormente degli uomini, ma lo sono ancora di più (a rischio) nel periodo dell’ovulazione.

Questo argomento è spesso dibattuto nel calcio femminile a causa di una vera e propria epidemia di rottura dei legamenti crociati che ha colpito negli ultimi anni anche giocatrici famose come Sam Kerr, Vivianne Miedema e Leah Williamson. L’allenamento basato sul ciclo sta gradualmente diventando un tema nello sport professionistico, ma i singoli pezzi del puzzle si stanno unendo lentamente. Ci vorrà del tempo prima che il tabù scompaia del tutto.

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