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Se la Lazio fosse allenata da Garcia, apriti cielo. Nel calcio a chi figlio e a chi figliastro

Il Napoli ha sbagliato una partita e mezza e sembrava un disastro. Sarri ha perso quattro partite su sette e nessuno accusa il tecnico

Se la Lazio fosse allenata da Garcia, apriti cielo. Nel calcio a chi figlio e a chi figliastro
Juventus' Italian coach Maurizio Sarri (L) embraces Lyon's French head coach Rudi Garcia during the UEFA Champions League round of 16 first-leg football match between Lyon and Juventus at the Parc Olympique Lyonnais stadium in Decines-Charpieu, central-eastern France, on February 26, 2020. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Se la Lazio fosse allenata da Garcia

In sei turni di campionato fin qui disputati il Napoli ha sbagliato una partita e mezza (quella con il Genoa e il secondo tempo con la Lazio) eppure a sentire i tantissimi “competenti di pallone” nostrani (giornalisti, opinionisti, tifosi, ex calciatori, allenatori e dirigenti sportivi che per campare sono costretti ad elemosinare il gettone di presenza nelle varie trasmissioni televisive che vanno in onda sulle tantissime emittenti locali, etc), la squadra azzurra quest’anno è stata protagonista di una partenza da film horror.

Lo scorso anno, il cosiddetto “giocattolo perfetto” contro il Lecce aveva pareggiato in casa (1-1) e vinto in trasferta la classifica “partita sporca”, sfangata grazie ad una autorete di Gallo dopo il 60esimo, al termine di una prestazione che definire opaca è riduttivo, mentre con l’Udinese in casa vinse 3-2 (dopo essere andato sul 3-0 subì la rimonta dei bianconeri che segnarono due reti in pochi minuti con una inaspettata sofferenza finale non dissimile da quella di Braga…) e ad Udine pareggiò 1-1 dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio e con i bianconeri che nella ripresa abbassarono decisamente i ritmi accontentandosi del pari. Quest’anno l’inguardabile Napoli di Garcia contro i salentini ha vinto 0-4 in trasferta, mentre con l’Udinese ha vinto 4-1 in casa, eppure, secondo i suddetti “competenti di pallone” il Napoli non è quello dello scorso anno.

Finora delle sedici reti messe a segno in campionato dagli azzurri, ben sei (il 37,5%) sono state realizzate da calciatori subentrati a gara in corso dalla panchina. Fosse accaduto con qualsiasi altro allenatore in panchina si parlerebbe di “scelte illuminate” da parte del tecnico, di uno che sa sempre pescare gli uomini adatti da mandare in campo e altre fesserie simili; accade con Garcia, nessuno ne parla, perché la vulgata ha già stabilito che il francese non sa fare i cambi (e quando la vulgata dice una cosa, è Cassazione).

La Lazio di Maurizio Sarri (arrivata seconda lo scorso anno) ha perso quattro partite su sette in campionato (e in Champions League non ha perso soltanto grazie a un gol del portiere all’ultimo secondo dopo che lo stesso aveva scongiurato lo 0-2): fosse successo a Garcia, a Simone Inzaghi, a Mourinho, ad Allegri, ad Ancelotti, a Pioli, a Benitez (ma anche allo stesso Spalletti fino ad un anno fa) i tantissimi “ciucci” (ben rappresentati da quel minus habens di Antonio Cassano) avrebbero invocato a gran voce l’esonero dell’allenatore. Accade al “Komandante”, nulla quaestio.

Il Brighton di Roberto De Zerbi ieri ha subito sei reti a Birmingham che si sommano alle tre subite in casa dal West Ham (finora la squadra del tecnico italiano ha sempre subito gol in campionato per un totale di quattordici reti subite in sette gare, per quella che, dati alla mano, è al momento la terza peggiore difesa del campionato) e alle tre subite, sempre in casa, in Europa League dall’Aek Atene: fosse accaduto ad un altro tecnico avrebbero parlato del nuovo Zeman, di un allenatore incapace di curare la fase difensiva, etc. Accade al “Guardiola dei poveri” nulla quaestio.

Questo accade quando la gente parla per “partito preso” ed esprime pareri dettati più da antipatie/simpatie personali che da dati concreti.

“Il calcio è di tutti, ma non è per tutti”.

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