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Fagioli, il terapeuta: «In Serie A un calciatore su dieci ha problemi col gioco d’azzardo»

A La Stampa: «il 9%. Tanti soldi, un livello d’istruzione medio-basso, la vita lontano dalle famiglie sono fattori di rischio»

Fagioli, il terapeuta: «In Serie A un calciatore su dieci ha problemi col gioco d’azzardo»
Db Torino 14/05/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Nicolo’ Fagioli

Il dottor Paolo Jarre, terapeuta di Nicolò Fagioli, è stato intervistato da La Stampa per il problema delle scommesse nel calcio; in Italia, al momento, gli indagati sono Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, oltre al suo assistito. Fagioli è stato il primo ad essere indagato e a collaborare con la Procura.

Le scommesse stanno travolgendo il mondo del calcio. E’ un’esagerazione?

«Anche solo limitandoci alla Serie A, abbiamo a che fare con una platea di 500 ragazzi. Secondo le stime che si basano sulla popolazione generale, sarebbero dall’1 al 3% persone con disturbi di gioco d’azzardo. Invece riscontriamo un tasso verosimilmente superiore di tre volte. Sono giovani, maschi, con parecchia disponibilità economica e contemporaneamente un’attitudine al risparmio e all’uso oculato del denaro molto limitata».

Troppi soldi che non sanno gestire?

«I fattori di rischio sono molti. Sicuramente i soldi e un livello d’istruzione medio-basso. Poi il loro mondo li pone in una situazione di prossimità con le scommesse sportive. E sono ragazzi che molto spesso non hanno gli strumenti per affrontare certe tentazioni; in più, sono andati via di casa giovanissimi, affidati alle strutture delle società sportive che non hanno la valenza educativa paragonabile a quella di una famiglia. Nel tempo libero stanno con i cellulari in mano e arrivano tanti soldi che “non sono faticati”. E’ pagato un talento, non una fatica in senso canonico».

Giocano tutti grandi cifre… più di quanto potrebbero permettersi…

«A livello psicologico e neurologico accade qualcosa di sovrapponibile al consumo di droga. Cercano la giustificazione forte, immediata. Oggi le scommesse sportive sono più complesse di una volta, oggi sono pensati per ottenere un responso immediato della puntata. E l’immediatezza determina gratificazione, come una piccola dose di droga».

“Lo fanno tutti”: quanto incide l’emulazione?

«Il problema è culturale. Negli ultimi 25 anni c’è stata in Italia un’espansione pazzesca del consumo di gioco d’azzardo, soprattutto legale. Giocare soldi ora non è più negativo. Per chi sbaglia, la giustizia sportiva ha aperto programmi alternativi, di rieducazione».

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