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Uefa ed Eca temono l’ascesa proletaria dell’Uec di Tebas: 440 milioni ai club che non fanno le coppe

Prima vittoria di Tebas contro Al Khelaifi: approvato l’aumento dal 4 al 7% della quota di introiti di solidarietà ai club più piccoli

Uefa ed Eca temono l’ascesa proletaria dell’Uec di Tebas: 440 milioni ai club che non fanno le coppe
Mg Budapest (Ungheria) 31/05/2023 - finale Europa League / Siviglia-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aleksander Ceferin

Uefa ed Eca (la European Club Association una volta presieduta da Andrea Agnelli, ora da Al Khelaifi), parano i colpi della arrembante ascesa “proletaria” dell’Uec, l’associazione ribelle lanciata dal presidente della Liga Tebas (acerrimo nemico del boss del Psg) che si propone di dare voce a circa 1.400 club professionistici europei che, non essendo coinvolti in nessuna delle tre competizioni Uefa per club, non sono adeguatamente rappresentati nella governance dello sport. In ballo i ricchissimi introiti delle coppe europee che a cascata dovrebbero ricadere su tutte le società, anche quelle che non si qualificano.

Attualmente circa il 5% dei ricavi di Champions League, Europa League e Conference League, 3,7 miliardi di euro, è distribuito tra questi club, ma si tratta di una goccia nell’oceano se paragonata a quanto prendono i club Eca. L’Uec vorrebbe alzare la percentuale al 20%.

Nell’assemblea generale in corso l’Eca ha fiutato il pericolo, e ha approvato un aumento degli emolumenti di solidarietà: la quota per i club che non partecipano alle coppe salirà al 7% dall’attuale 4%, per un valore di 440 milioni di euro a stagione, e 1,32 miliardi di euro nell’arco del ciclo.

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