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L’Eca di Al Khelaifi contro l’Uec di Tebas: i club europei si spaccano tra ricchi e poveri

L’Union Saint-Gilloise è stato cacciato dall’Eca per aver aderito all’Uec. Dietro c’è una lotta politica per spartirsi il potere e i soldi dell’Uefa

L’Eca di Al Khelaifi contro l’Uec di Tebas: i club europei si spaccano tra ricchi e poveri
Parigi (Francia) 14/02/2023 - Champions League / Paris Saint Germain-Bayern Monaco / foto Imago/Image Sport nella foto: Nasser Al-Khelaifi-Aleksander Ceferin ONLY ITALY

Al club belga Union Saint-Gilloise è stato impedito di rinnovare l’adesione alla European Club Association (la famosa Eca una volta presieduta da Andrea Agnelli, ora da Al Khelaifi), perché nel frattempo ha aderito alla nascente Unione dei club europei (Uec). L’Uec è un organismo lanciato a Bruxelles dichiarando di voler dare voce a circa 1.400 club professionistici europei che, non essendo coinvolti in nessuna delle tre competizioni Uefa per club, non sono adeguatamente rappresentati nella governance dello sport. Insomma è un organismo rivale dell’Eca, che la Uefa legittima come unica entità che rappresenta gli interessi dei club.

Ma il retroscena politico nasconde ben altro. Perché l’Uec è la creatura del presidente della Liga Tebas, nemico giurato di Al Khelaifi.

Il Saint-Gilloise è un club iconico, ha raggiunto i quarti di finale di Europa League della scorsa stagione dopo essere passato dalle divisioni inferiori, e faceva parte della “rete Eca” – spiega il Guardian – ovvero il livello più basso di membri, che essenzialmente dà loro voce in capitolo e accesso alle risorse più ampie dell’Eca, ma senza diritto di voto. Dopo essersi qualificati per la competizione di questa stagione e aver ottenuto il terzo coefficiente Uefa più alto del Belgio, sono stati invitati a diventare “membri ordinari” nel ciclo 2023-2027 dell’Eca. Ma dopo aver rivelato l’adesione all’Uec sono stati esclusi.

A termini di regolamento Eca, possono farlo. Ma “non è chiaro se, nella pratica, ciò sia applicabile ai sensi del diritto dell’Unione Europea”, scrive il Guardian.

Al centro della baruffa ci sono ovviamente i soldi, ovvero i sovvenzionamenti versati dalla Uefa ai club che non giocano nelle competizioni europee. Attualmente circa il 5% dei ricavi di Champions League, Europa League e Conference League, circa 3,7 miliardi di euro, è distribuito tra questi club, ma si tratta di una goccia nell’oceano se paragonata a quanto prendono i club Eca. Con un impatto enorme sull’equilibrio competitivo nei campionati nazionali e non. L’Uec vorrebbe alzare la percentuale al 20%.

L’Eca ha 245 membri ma il suo potere è concentrato nelle mani di 16 membri fondatori permanenti. L’Uec propone ai suoi potenziali membri il modello “un club, un voto” che non tiene conto delle dimensioni del club.

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