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Napoli, la Chiesa rimprovera i sacerdoti tifosi: «non snaturiamo la liturgia con canti estranei a Cristo»

Sul Corrmezz: «Ricevute numerose segnalazioni di gesti e atteggiamenti che suscitano sgomento, vi invitiamo alla sobrietà»

Napoli, la Chiesa rimprovera i sacerdoti tifosi: «non snaturiamo la liturgia con canti estranei a Cristo»
Funzione di insediamento di Domenico Battaglia, conosciuto anche come don Mimmo Battaglia arcivescovo metropolita di Napoli. (Salvatore Laporta / Kontrolab)

Il Corriere del Mezzogiorno apre il giornale con una meravigliosa notizia a firma Angelo Agrippa. L’arcidiocesi di Napoli, su sollecitazione dell’arcivescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia, ha inviato una nota ai sacerdoti. In questi giorni di festeggiamenti dello scudetto, la Chiesa ha ricevuto dai fedeli numerose segnalazioni di canti, esibizioni di tifo nel corso dei momenti liturgici. Ecco cosa scrive Angelo Agrippa sul Corrmezz:

I social si sono rivelati, al solito, dei potenti moltiplicatori di occasioni per esibirsi, tanto da generare mugugni di disapprovazione in una cospicua parte dei fedeli. Anzi, qualcuno ha sollevato addirittura sospetti di blasfemia, riferendolo a chi di dovere. Per questo l’ufficio Culto divino e Disciplina dei sacramenti dell’arcidiocesi di Napoli, su sollecitazione dell’arcivescovo Mimmo Battaglia, ha ritenuto necessario intervenire per porre rimedio alla presunta deriva liturgicocalcistica con una comunicazione inviata ai parroci e ai sacerdoti. Un monito a tutto tondo affinché i celebranti frenino la loro impetuosa partecipazione, durante le funzioni, all’euforia da Curva B di queste ultime settimane.

«Molti gesti e atteggiamenti, eseguiti durante le celebrazioni delle ultime domeniche (spesso anche in concomitanza della celebrazione dei sacramenti) e che sono visibili in rete — scrivono dall’Arcidiocesi — suscitano dapprima ilarità e anche una comprensibile “partecipazione”, ma immediatamente dopo lasciano il passo a una riflessione sulla loro opportunità e liceità, se non addirittura, in alcuni casi, un senso di sgomento e disorientamento».

«La celebrazione che deve esserci — scrivono da Largo Donnaregina, facendo ricorso anche ad un tono misurato — tra celebrazione liturgica e la festa sportiva non vuole mortificare la felicità incontenibile per il risultato raggiunto, ma anzi educare alla gioia vera, che viene solo dall’incontro con Cristo, unica speranza. Alla luce anche delle numerose segnalazioni che sono giunte all’Arcivescovo — continua la missiva — e su suo diretto mandato, questo Ufficio raccomanda fraternamente e calorosamente a tutti i sacerdoti di — viene riportato in grassetto — essere prudenti, moderati, sobri durante le celebrazioni liturgiche, evitando assolutamente di snaturarle introducendo segni, canti, simboli che non esprimano direttamente il mistero pasquale di Cristo che celebriamo. Non mancheranno — concludono — momenti e luoghi diversi da quelli ricordati per unirci alla gioia della nostra gente».

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