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Galliani: «Berlusconi decise di comprare il Milan a St. Moritz con gli Agnelli: sembravamo Totò e Peppino»

Al Corsera un mese fa: “Berlusconi è la persona più buona che ho conosciuto in vita mia. È dolcissimo”

Galliani: «Berlusconi decise di comprare il Milan a St. Moritz con gli Agnelli: sembravamo Totò e Peppino»
Gc Milano 13/03/2011 - red carpet 25 anni presidenza Milan di Berlusconi / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Adriano Galliani

Quand’è che a Silvio Berlusconi venne l’idea, lo spunto, di comprare il Milan? Lo ha raccontato un mesetto fa ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera Adriano Galliani. Un aneddoto che traduce perfettamente lo spirito di quegli anni.

«Era il Capodanno 1986. Sono in vacanza nella villa del presidente a St. Moritz, con Confalonieri e Dell’Utri. Fa un freddo tremendo, usciamo imbacuccati per andare a prendere l’aperitivo al Palace e incrociamo il clan Agnelli: l’Avvocato con la camicia aperta, Montezemolo con il ciuffo, Jas Gawronski elegantissimo, forse Malagò. Al confronto noi sembravamo Totò e Peppino. Condividiamo il tavolo. Alla fine Berlusconi ci dice: “Potremo fare anche noi grandi cose, ma non saremo mai come loro. Ci mancano venti centimetri di statura e il coraggio di esporre il petto villoso sottozero”. Qualche giorno dopo ci propose di prendere il Milan».

Galliani parlava così di Berlusconi:

«Non c’è nulla di più lontano dalla realtà dell’immagine che ha dato di lui certa stampa. È come Ezzelino da Romano, passato alla storia come crudele mentre era un grand’uomo. Berlusconi è la persona più buona che ho conosciuto in vita mia. È dolcissimo. Non dimenticherò mai le cose che mi ha detto sulla nostra amicizia prima del suo intervento al cuore; anche se dopo 44 anni non riesco a dargli del tu. Quando rischiai di morire di Covid, in un prefabbricato senza finestre, lui telefonava al San Raffaele ogni giorno per avere mie notizie».

Nel libro «Le memorie di Adriano G.», scritto con Luigi Garlando, Galliani racconta che Agnelli intervenne affinché il Milan non riuscisse a comprare Baggio.

«Quella volta a Torino andammo in elicottero. Pensavo che ci avrebbero abbattuto. Invece arriviamo a corso Marconi, c’è anche Romiti, e Agnelli ci chiede di rinunciare a Baggio, introduce anche discorsi extracalcistici… La fusione tra Rinascente e Standa. Io capisco che Berlusconi ci sta ripensando e intervengo, alzo la voce. Agnelli mi richiama all’ordine: “Si calmi, non faccia così…”. Finì che Baggio andò alla Juve».

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