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Sinner si curerà al J Medical il centro medico della Juventus (Gazzetta)

L’infortunio all’anca necessita di una riabilitazione anche in acqua, per non sovraccaricare l’articolazione, e di una palestra per svolgere gli esercizi

Sinner si curerà al J Medical il centro medico della Juventus (Gazzetta)
Miami (Stati Uniti) 31/03/2024 - Miami Open / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Sinner si curerà al J Medical il centro medico della Juventus. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.

Ecco cosa scrive Federica Cocchi:

È stata la prima uscita pubblica di Sinner dopo la conferenza con la quale ha spiegato i motivi che lo hanno portato a rinunciare al torneo a cui teneva di più. Prima del bagno di folla aveva affidato il suo pensiero ai social: «Non è mai una strada dritta. Torneremo più forti», ha scritto, postando una sua foto con sguardo sornione di chi prepara la rivincita.

È il segno che il guerriero è già pronto per ripartire: il recupero sarà lento, ma Jannik per Parigi vuole provarci davvero. E per questo oggi pomeriggio sarà di nuovo a Montecarlo. Gli serviranno alcuni giorni per organizzarsi prima della partenza per Torino.

È infatti alle strutture del J Medical, il centro medico della Juventus, che il fenomeno dovrebbe affidarsi. Anche Matteo Berrettini in passato aveva svolto degli accertamenti nella clinica bianconera che si è presa cura, tra gli altri, di Cristiano Ronaldo nel suo periodo torinese. Non è ancora chiaro per quanto tempo Sinner si fermerà in Piemonte. L’infortunio all’anca necessita di una riabilitazione anche in acqua, per non sovraccaricare l’articolazione, e di una palestra per svolgere gli esercizi e mantenersi in allenamento: servizi che solo una struttura di eccellenza per gli sportivi è in grado di fornire. La fisioterapia sarà a cura di Giacomo Naldi, che aveva curato la caviglia di Sinner ai tempi dell’infortunio di Sofia a fine del 2022.

Sinner e l’errore di giocare sul dolore

Sinner, l’errore di giocare sul dolore c’è stato però Jannik non lo ammette. Lo scrive il Corriere della Sera che scrive un pezzo che è allo stesso tempo (giustamente) di cronaca della conferenza stampa e di analisi.

Ecco due estratti dell’articolo di Gaia Piccardi.

L’errore, giocare sul dolore, c’è stato però Jannik non lo ammette («Non è sempre detto che se uno si fa male ha fatto cose sbagliate, se tornassi indietro non saprei cosa fare in modo diverso»), prova a guardare avanti («L’obiettivo rimangono le Finals a Torino, per giocare davanti al pubblico italiano dopo non esserci riuscito qui»), svicola dai dettagli del malanno all’anca, che come si temeva non è banale («Pensavamo fosse una questione non grave invece gli esami hanno visto che c’è qualcosa che non va. Non voglio dire cosa»), si sforza di essere rassicurante («Abbiamo tutto sotto controllo») con una postilla: «Se non riesco a risolvere al 100%, mi fermerò più a lungo. Non voglio buttare via anni di carriera. Non ho fretta. Curare il corpo è molto più importante di tutto il resto».

Pochissimi sorrisi, molte incertezze. Jannik resta a Roma per accontentare i brand che credono in lui. Nessuno ha intenzione di smettere di fidarsi del suo talento e della sua volontà, e forse è arrivato il momento di sospendere i calcoli aritmetici per il sorpasso in classifica su re Djokovic, a questo punto principale favorito degli Internazionali. Prioritario guarire, nei tempi che detterà il suo corpo. Madrid rimane una scelta sbagliata: la fretta non è mai buona consigliera. Adelante, con giudizio.

La conferenza di ieri di Sinner

Sinner parla in conferenza stampa a Roma, dopo aver annunciato il forfait al torneo di tennis ospitato dalla città.

Il primo a prendere la parola è il presidente della Federtennis Binaghi: «Grazie a Jannik per essere venuto qua, gli fa onore. Per Sinner è un momento di difficoltà, la sua telefonata ieri è stata una coltellata a freddo. Pensavo che l’allarme fosse rientrato. Ero in riunione, ho visto la chiamata di Jannik e non ho avuto per mezz’ora la forza di richiamarlo. Doveva essere la sua festa, ma ancora una volta la scelta è stata giusta. Merito del suo staff di assoluto livello, probabilmente il migliore possibile. Ripeto quello che ho detto in un altro momento di difficoltà, durante la Davis: il suo obiettivo è a medio termine. La continuità, non è vincere un torneo importante come gli Internazionali o un girone di Davis. La sua scelta, per quanto dolorosa, è stata quella giusta. Adesso bisogna ripartire più forti di prima».

Quando è emerso il problema prima o durante Madrid?

«Prima del torneo stavo anche meglio, poi a Madrid c’erano dei giorni dove l’ho sentito un po’ di più e altri di meno, è stata una situazione strana. Con Kotov ho sentito dolore, con Karen è andata meglio. Sapevo che c’era qualcosa che non andava. Poi abbiamo fatto una risonanza e abbiamo visto che c’è qualcosa che non va bene al 100%. Siamo tornati a Monaco abbiamo fatto altri esami e abbiamo preso questa decisione non facile, per me Roma è forse il torneo più speciale di tutto l’anno. Fa male non solo a me, però succede. Speriamo di rigiocare altri dieci anni qua».

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