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Pirlo: «Il segreto è la mentalità vincente, la concentrazione. L’ho imparato da Conte»

Al Daily Mail: «Ho qualche regola per lo spogliatoio: non mi piacciono i telefoni prima della partita e i ritardi alle riunioni. Ronaldo? Facile lavorare con lui». 

Pirlo: «Il segreto è la mentalità vincente, la concentrazione. L’ho imparato da Conte»
Verona 27/02/2021 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Juventus / foto Image Sport nella foto: Andrea Pirlo

Andrea Pirlo ha rilasciato una lunga intervista al Daily Mail in cui racconta le sue sensazioni dopo il terremoto in Turchia e anche un po’ della sua carriera passata, compresa l’esperienza alla Juventus. Oggi allena il Fatih Karagumruk.

«Mi dispiace per quello che è successo, mi dispiace per tutti. Spero possiamo contribuire in qualche modo ad aiutarli a superare questa enorme tragedia».

Giovedì, Pirlo, insieme al suo staff e ai giocatori, hanno aiutato a caricare gli aiuti sui camion diretti alle aree gravemente colpite.

Pirlo racconta come vive in Turchia.

«È una bella città, una bella vita. È stato difficile perché è diverso dall’Italia e da altri paesi. Ma ora sto bene». 

E’ arrivato al Fatih Karagumruk dopo una stagione alla Juventus.

«Per me è importante avere grandi obiettivi. Quando ero un giocatore, giocavo sempre per vincere grandi trofei e ora ho lo stesso obiettivo. Sono qui per migliorare, ma l’ambizione è andare in una grande squadra, vincere la Champions League. Perché se non hai ambizione, devi stare a casa». 

La Super Lig turca è sospesa a causa del terremoto. La squadra di Pirlo è uscita imbattuta dalle ultime sette partite di campionato, da quando l’allenatore ha messo fuori squadra alcuni giocatori descritti come “cancerosi” da un loro compagno. Pirlo spiega:

«Quando ero un giocatore, era diverso, era più facile. Pensi solo a come puoi giocare, al risultato, se giochi bene o no. Quando sei un allenatore, devi capire tutto. Devi parlare con 20 persone con mentalità diverse: forse 10 sono felici, gli altri no. Quindi è un lavoro difficile, è un lavoro diverso». 

Pirlo continua:

«Sono una persona normale, so di essere stato un giocatore importante. Ma ora è completamente diverso perché sono un nuovo allenatore, un allenatore giovane. Devo lavorare, lavorare bene, perché ogni giorno è importante migliorare, come per i giocatori». 

Racconta le regole che ha messo nello spogliatoio.

«Ho tre o quattro regole. Non mi piacciono i telefoni prima della partita. Non mi piace che i giocatori arrivino alle riunioni in ritardo. Se arrivano in ritardo, non giocano. Quando sei sul campo, devi lavorare al 100%. Dopo, puoi fare quello che vuoi». 

Nelle partite in casa, la squadra gioca all’Ataturk Stadium, dove il suo Milan, nella finale di Champions League contro il Liverpool, perse. Pirlo racconta:  

«Tornarci mi ha fatto un po’ rabbrividire, perché era la prima volta che tornavo. Avevo dei ricordi della finale». 

Parla della sua esperienza con Antonio Conte. 

«Da lui ho imparato tante cose. A volte parlo con lui, per me è stato molto importante capire la sua mentalità perché è stato uno dei migliori allenatori della mia carriera. La mentalità vincente è la chiave. La concentrazione. Ti mette sempre su una buona direzione per lavorare e giocare». 

E c’è spazio anche per Carlo Ancelotti, suo allenatore al Milan.

«È molto calmo, ha un buon rapporto con tutti i giocatori e ha sempre una parola per tutto. È importante perché se rimani in una grande squadra, devi capire quando devi parlare e quando no».

Alla Juventus ha gestito Cristiano Ronaldo.

«Per me è stato facile lavorare con lui. Era un bravo ragazzo, molto professionale. Voleva giocare ogni partita, segnare ogni partita. Non abbiamo avuto problemi, ma il calcio cambia molto velocemente. L’età anche. Forse ha avuto un problema con un’altra squadra, ma per me è stata una bella esperienza».

Nessuno al Fatih Karagumruk ha il pedigree di Ronaldo, ma anche questo ha insegnato qualcosa a Pirlo.

«Quando sono arrivato qui avevo un’opinione del mio calcio. Ma quando sei qui, devi capire che non puoi fare la stessa cosa. È difficile cambiare opinione, ma devi farlo. Altrimenti hai un problema». 

Pirlo conclude:

«Fortunatamente, come giocatore ho ottenuto molto. Ho ottenuto quello che volevo. Adesso, da allenatore, voglio ottenere un po’ di quello che ho ottenuto come giocatore».

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