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«Il gioco semplice di Ancelotti è una caricatura che nasconde la sua intelligenza tattica» (El Paìs)

“La sua leggenda gioca contro di lui. I giocatori del Real Madrid sanno perdere, per questo vincono”

«Il gioco semplice di Ancelotti è una caricatura che nasconde la sua intelligenza tattica» (El Paìs)
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti looks on ahead the UEFA Champions League semi-final first leg football match between FC Bayern Munich and Real Madrid CF on April 30, 2024 in Munich, southern Germany. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)

I figli di Ancelotti sanno fare una cosa molto più importante che vincere: sanno perdere, perdono tanti minuti in tante partite, e talvolta si sentono più forti e protetti con un gol contro che con un gol a favore”. Manuel Jabois prova ad analizzare l’ennesima grande stagione del Real Madrid di Ancelotti andando oltre i luoghi comuni che il tecnico italiano si porta appresso. L’editorialista del Paìs scrive che quella che identifica Carletto come “sinonimo del facile, del semplice, del non farsi coinvolgere” “è una caricatura e come in ogni caricatura c’è del vero. Ma come in ogni caricatura, ciò che non viene evidenziato viene sottovalutato per non rovinarlo: l’intelligenza tattica di Ancelotti e il suo studio approfondito degli avversari, le sue decisioni in mezzo la partita, la conoscenza dei propri giocatori e delle risorse che questi possono mettere a disposizione durante tutta la partita. Il costante richiamo all’irrazionale, al mistico, all’intangibile, allo scudo, alla leggenda o al miracoloso gioca contro di lui”. Perché “man mano che si torna indietro, mentre in campo si fanno cose apparentemente inspiegabili, la figura dell’allenatore e la sua tattica evaporano e tutto viene affidato agli dei o al caso”.

“A volte non hai la palla (perché l’avversario la monopolizza, perché è fisicamente più forte o più dotato) e devi giocare bene senza. E giocare meglio del rivale, in modo tale che il rivale ha, per esempio, 34 occasioni e segna un gol, e tu ne hai tre e ne fai un altro: cioè attaccare meglio del rivale, cioè difendere meglio del rivale”.

“Vecchio e saggio, ha allenato abbastanza grandi del calcio europeo per sapere che c’è un giorno in cui perdi, e se quel giorno il gruppo soffre e lo spogliatoio si divide, inizi a perdere per abitudine. Invece se gli insegni a perdere…”.

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