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Spalletti: «A Napoli i miei collaboratori dissero: “cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”»

L’intervista al Corriere dello Sport: «Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità»

Spalletti: «A Napoli i miei collaboratori dissero: “cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”»
Newly appointed Italy's national football team head coach Italian Luciano Spalletti gestures during a press conference at Coverciano training ground in Florence on September 02, 2023. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Spalletti: «A Napoli i miei collaboratori dissero: “cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”». Lo ha detto nell’intervista a Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport.

Hai mai subìto una decisione?

Spalletti: «Ho sempre deciso per me stesso. Il mestiere vuol dire 365 giorni di grande lavoro. Dopo il primo anno i miei collaboratori mi dissero “ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità. Io volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante. Quando incontri De Laurentiis la prima cosa che ti dice è “secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions”. Messaggio chiaro e diretto. Così sono ripartito per ottenere quella cosa là, è successo, sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto».

Spalletti, De Laurentiis e l’intelligenza artificiale

Avendo avuto modo di parlare qualche volta con De Laurentiis sto provando a immaginare un dialogo tra voi due. Il solo pensiero mi manda al manicomio.

Spalletti: «Io ho due orecchie e una bocca. So ascoltare e al momento giusto parlare. De Laurentiis ha una grande comunicativa, un linguaggio scorrevole. E poi dipende sempre dal De Laurentiis che ti ritrovi di fronte, ne esistono almeno quattro o cinque. Con l’intelligenza artificiale potrebbero provare a inventarne altri».

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