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Ferrieri Caputi: «Sul rigore potevo avere una visuale migliore»

Al CorSport: «La Serie B è più tosta, ci sono più interventi sporchi. Sassuolo-Salernitana è filata via liscia. Per ora ho rinunciato all’Erasmus, la maternità si vedrà»

Ferrieri Caputi: «Sul rigore potevo avere una visuale migliore»
Mg Genova 05/08/2022 - Coppa Italia / Sampdoria-Reggina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Maria Sole Ferrieri Caputi

Sul Corriere dello Sport un’intervista a Maria Sole Ferrieri Caputi firmata da Edmondo Pinna. E’ stata la prima donna arbitro a dirigere una gara di Serie A, Sassuolo-Salernitana. Fa un bilancio della gara. E tutto sommato dà ragione a Casarin.

«I giudizi li dà il mio designatore, Gianluca Rocchi. Penso che sul rigore forse potevo avere un maggior angolo di visuale, ma il mio spostamento su una ripartenza complessivamente non mi è dispiaciuto. Anche se la posizione giusta, perfetta, non c’è mai».

Racconta di essere diventata arbitro per via di un volantino trovato a scuola.

A volte ho pensato di mollare

Non è stato un percorso facile, a volte ha pensato di mollare.

«Nelle categorie regionali, per aspetti non solo caratteriali ma anche fisici, sui quali ho lavorato. All’inizio non correvo come ora, ci ho lavorato. A Santa Croce sull’Arno, in Promozione, rimasi piantata su un lancio lungo. Mi dissi, quella ed altre volte, che avrei smesso. In serie D, dopo qualche prestazione o visionatura non brillanti».

Ferrieri Caputi e la maternità

A cosa ha dovuto rinunciare per la passione?

«All’Erasmus, anche se tanti sono riusciti a fare entrambe le cose. Io no, un limite mio. Pensavo che per un arbitro, perdere una stagione sportiva potesse voler dire molto. Anche se penso sia un’esperienza molto formativa. Ma non è tutto, perché le rinunce sono continue. E non finiranno qui. Penso alla difficoltà di una maternità, e lo dico in maniera sana, perché ora come ora non ci penso. In un futuro, mi piacerebbe, ora forse non sono pronta, non è un peso. Però spesso ci troviamo davanti ad una scelta, non imposta da qualcuno, ma essendo delle sportive, tendiamo a rimandare famiglia e figli. Anche su questo si potrebbe fare un passo in avanti. Fra colleghe ci confrontiamo, è comunque un tema al quale ci troviamo davanti quotidianamente. I nostri sacrifici vanno anche pesati rispetto ad alcune rinunce, o scelte, che gli uomini non devono fare. Molte colleghe hanno programmato la gravidanza in un anno dove non c’erano Europei e Mondiali. Si perde la naturalità di una cosa che è naturale, è comunque un pensiero in più, familiare da una parte e sportivo dall’altra. Carina Vitulano, mio punto di riferimento, è riuscita a fare entrambe le cose ma…».

Ferrieri Caputi: non giudicateci per come ci vestiamo

Come è essere donna in un mondo di uomini, nel senso del mondo del calcio?

«Non mi piace il giudizio continuo, al quale noi donne siamo più esposte, sia che tu sia riservata, sia che tu sia estroversa. Succede nel mondo, non nell’AIA o nel calcio. Se poi tutto questo si porta in un mondo “maschile” come quello del calcio, sento che spesso devo stare attenta alle cose. E sinceramente spero che mi si giudichi come arbitro e non come donna, per una società più evoluta. Giudicate per il proprio lavoro e non per come ci si veste o ci si comporta».

La Ferrieri Caputi parla anche delle differenze tra calcio femminile, serie C, serie B e serie A.

«In B ci sono più contatti, è particolare, ci sono più falli, più interventi “sporchi”, è un campionato tosto, delle belle battaglie ma divertenti per l’agonismo che c’è in campo. In A ancora troppo presto, ieri hanno pensato a giocare, bella da arbitrare, li lasci andare da soli e giocano. La femminile ha ritmi di gioco un po’ più bassi, però per alcune cose è più imprevedibile».

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