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Ferrieri Caputi: «Mi hanno insultato per anni. Noi donne siamo più predisposte alla fatica»

La prima donna arbitro in Serie A: «Siamo più curiose ed empatiche e meno presuntuose dei maschi: dobbiamo sudare il triplo di loro»

Ferrieri Caputi: «Mi hanno insultato per anni. Noi donne siamo più predisposte alla fatica»

Quest’anno in Serie A debutterà un arbitro donna, Maria Sole Ferrieri Caputi. Ha 32 anni. Oggi ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport e una a La Stampa. Alla Gazzetta dichiara:

«L’importante è che si giudichi la Maria Sole arbitro e non la Maria Sole arbitro donna: spero che tutte queste attenzioni ora positive rimangano anche quando sbaglierò».

Racconta cosa si aspetta dal suo debutto.

«Sono ancora nella fase in cui spero che arrivi: diciamo che sono curiosa di vedere da vicino giocatori visti solo allo stadio o in tv, capire che persone sono. Le difficoltà che troverò? Saranno legate alla velocità del gioco, degli eventi, ai ribaltamenti di fronte, al mestiere di calciatore: più si sale più il giocatore ha mestiere».

In passato ha dovuto sopportare diverse offese perché donna.

«Nei campionati provinciali ne ho sentite tante, poi da anni non succede più fortunatamente. Da “Tr…” a “Put…”, da “Vai a rigovernare” a “datti al pattinaggio artistico”, da “Non ci capisci di calcio” a “Hai un contatto facebook?” me ne sono capitate. Come reagivo? Mi faceva sorridere e basta. Una volta un calciatore mi fissava e gli ho detto che la palla era altrove… In passato più che la paura ricordo il dispiacere: un paio di allenatori, ai tempi degli Allievi, nei campi polverosi di Livorno al freddo delle sei di sera, hanno dato spettacoli impietosi. In campo in qualche modo posso ristabilire la giustizia con i provvedimenti, con tutto il contorno è più difficile. Culturalmente bisogna fare ancora molto».

C’è vanità negli arbitri donna?

«In ogni arbitro un minimo c’è, sei in uno spettacolo mediatico».

A La Stampa spiega cosa porteranno in più le donne in Serie A. Dà ragione a Trentalange, che ha dichiarato che le donne sono più curiose e meno presuntuose.

«Sì, sono d’accordo. Aggiungerei che siamo predisposte alla fatica: per raggiungere, nei test fisici, i risultati dei nostri colleghi dobbiamo sudare il triplo»

E le donne sono anche più empatiche.

«Più empatiche. Penso che gli arbitri donna possano aiutare con il loro atteggiamento».

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