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Cecchetto: «Mi lanciò Mike Bongiorno. Disse: “Ti ascolto tutte le mattine”, ma io non trasmettevo a quell’ora»

A La Repubblica: «Il talento è un dono, ma poi il successo è un mestiere. Tutti hanno talento, ma devi capire cosa fare di te. Anche quello è un dono»

Cecchetto: «Mi lanciò Mike Bongiorno. Disse: “Ti ascolto tutte le mattine”, ma io non trasmettevo a quell’ora»

La Repubblica intervista Claudio Cecchetto, il fondatore di Radio Deejay. Oggi compie 70 anni. La sua vita, dice, è stata molto fortunata.

«Fortunata. Ho trasformato la passione per la musica in un lavoro. Vede, il talento è un dono, ma poi il successo è un mestiere».

Indica la formula giusta:

«Non sederti mai un giorno. Coltivarsi. Penso che tutti abbiano dentro di sé un grande talento. Il punto che non sempre riesci a riconoscerlo. Anche quello è un dono: capire quello che davvero vuoi fare di te. Se lo realizzi dopo avrai una vita migliore».

Cecchetto iniziò nel 1978, a Radio 105.

«Mi dissero: “Guarda che qui c’è Mike Bongiorno che chiede di te”. Ero così in bambola che non capii quasi nulla di quello che mi diceva. Ricordo soltanto che si complimentò, “ti ascolto ogni mattina, sei bravissimo”. Ma io non trasmettevo la mattina. Non glielo dissi. Mi prese a Tele Milano».

Era la tv di Berlusconi: lì condusse Chewing gum.

«Facevo tutto io, per sole centomila lire a puntata. Chiesi un appuntamento con il Cavaliere, il quale ancor prima che aprissi bocca mi annunciò: “Ho deciso di raddoppiarti lo stipendio”. Ero entrato deciso a chiedere il triplo, ma lui fu così avvolgente che mi accontentai».

Sono tanti i talenti che ha scoperto in carriera. Come Fiorello.

«Venne in radio con Bernardo Cherubini, il fratello di Jovanotti. Non voleva proporsi, gli avevano detto che da noi era pieno di belle ragazze. La sera andammo a cena e ci fece morire dal ridere. Faceva l’animatore nei villaggi Valtur. Gli dissi: “Ti propongo di fare il mattatore per il Villaggio Italia”».

Ma anche Jovanotti:

«Al Disco verde del 1988 gareggiava contro dei miei artisti, i Tu-tu. Perse. Ma sprigionava energia allo stato puro, pregai di arruolarlo all’istante».

E Amadeus:

«Me lo segnalò Vittorio Salvetti. Gli feci fare un provino. Dopo un mese lo incontrai, aveva le occhiaie. «Eh, ti diverti la notte a Milano” lo punzecchiai. Mi confessò che si alzava ogni mattina alle 4 per prendere il treno da Verona. Vi colsi una gran serietà. La casa gliela trovai io».

A Mike Bongiorno alla fine lo rivelò che non era lui quello del programma del mattino.

«Sì, anni dopo. “Come vedi non mi sono sbagliato”, mi rispose».

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