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Oliviero Toscani: «I social sono campi di concentramento delle intelligenze»

Al Messaggero: «Mourinho individua le persone al primo contatto: fu il primo a capire che Balotelli non era affidabile. Da fotografo mi piace moltissimo Ancelotti».

Oliviero Toscani: «I social sono campi di concentramento delle intelligenze»

Il Messaggero intervista Oliviero Toscani che, come Dino Zoff, oggi compie 80 anni. Suo padre era un fotoreporter del Corriere della Sera. Racconta di quando andavano allo stadio insieme e di come scattò in lui la passione per l’Inter.

«Lo accompagnavo allo stadio la domenica. Lui era milanista, ma senza trasporto particolare. Aveva scelto il Milan perché con il nome rappresentava la città. Io invece diventai interista dopo una trasferta a bordo del pullman della squadra a Torino. Vincemmo 2-0 e al ritorno alcuni giocatori, ricordo Lorenzi in particolare, mi dissero che avevo portato fortuna. Mi adottarono come mascotte».

Sull’Inter:

«L’Inter non è una squadra normale. Ha qualcosa che va oltre i successi e le sconfitte. E’ una sorpresa continua. E’ imprevedibile, è folle ed è mille cose, talvolta solenni cazzate, in una stessa partita».

Su José Mourinho, che ha allenato l’Inter del Triplete.

«Mourinho ha la dote straordinaria di individuare le persone al primo contatto. Capisce subito se un calciatore è affidabile o meno. Fu il primo a rendersi conto che Balotelli non lo era: la storia gli ha dato ragione. Il Mourinho privato è diverso da quello pubblico: possiede un’umanità fuori dal comune».

Su Sarri:

«Senza offesa, non c’è qualcosa di Sarri che mi attragga in modo particolare. Da fotografo mi piace moltissimo Ancelotti. Sul suo volto si leggono molte cose».

Il personaggio sportivo che lo ha colpito di più, però, è Muhammad Alì.

«Non è il personaggio sportivo, ma il personaggio in assoluto. Andai a trovarlo negli Stati Uniti, prima del match con Foreman. Alì faceva tutto: si allenava, organizzava le interviste, era promoter e si occupava delle piccole cose quotidiane. Aveva un’intelligenza fuori dal comune, una capacità incredibile di leggere la storia contemporanea, una lucidità profonda e un’integrità ammirevole. Sul ring era veloce, ma fuori lo era ancora di più».

Sui social:

«Tik Tok mi pare la nuova frontiera. In generale i social sono campi di concentramento delle intelligenze. La gente si rinchiude in questi spazi diventando totalmente schiava di questi recinti. E’ una forma di dipendenza, nella quale tutti si sentono in grado di affermare spesso le più solenni cazzate spacciandole come verità sconvolgenti».

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