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«Dormivo col martello sotto al letto e volevo uccidere mio padre. Invece ho vinto due ori olimpici»

La pugile inglese Nicola Adams al Guardian: “Dissi a mia madre che sapevo come uccidere mio padre, ma non sapevo dove seppellirlo”

«Dormivo col martello sotto al letto e volevo uccidere mio padre. Invece ho vinto due ori olimpici»

Nicola Adams ha vinto l’oro nella boxe a Londra 2012 e poi di nuovo a Rio, quattro anni dopo. Prima, ma non tanto, dormiva con un martello sotto al letto per difendersi dal padre e dagli altri “padri” che la madre le portava a casa. La pugile inglese ha raccontato la sua storia in una intervista al Guardian. Quella violenza ambientale l’ha portata su un ring.

“Sono stata picchiata da mio padre e non è finita fino a quando mia madre, mio ​​fratello e io siamo partiti, e ho iniziato a fare boxe. Le cose sono cambiate”, racconta Adams.

“Il pugilato mi ha dato quel coraggio e mi ha fatto pensare che se fosse successo qualcosa di nuovo sarei stato in grado di proteggere me stessa e la mia famiglia. La boxe è diventata il mio spazio sicuro perché c’era un allenatore che vedevo tutti i giorni. Era come se avessi una seconda famiglia e qualcuno con cui parlare. Una volta entrata in palestra potevi mettere tutto da parte ed essere te stessa”.

Quando aveva cinque anni, “mia madre e mio padre stavano litigando e ho cercato di intervenire e proteggere mia madre. Ho provato a colpire mio padre con una piccola spada di plastica, e sono stato semplicemente spinta via”.

“Una sera stavo guardando questo programma televisivo, penso fosse Brookside, e stavano attraversando la stessa situazione. Ho visto mia madre piangere sui gradini e sono andata da lei e le ho detto: ‘Va tutto bene, ho un piano. Ho visto uno show televisivo e so come sbarazzarmi di mio padre’. Non sapevo dove lo avremmo seppellito, perché nel programma avevano un giardino sul retro. Avevamo un giardino ma era pavimentato con cemento. Ho detto a mia madre che non sapevo dove ci saremmo sbarazzati del corpo ed è stato allora che ha detto: ‘No, basta. Ce ne dobbiamo andare’.”

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