“L’intento del nigeriano non era violento, cercava solo una presa per liberarsi dalla trattenuta dell’avversario. Non andava nemmeno espulso”
Sin dal primo momento il Corriere dello Sport sostiene la tesi dell’eccesso arbitrale per l’espulsione di Osimhen in Napoli-Venezia. Ieri è arrivata la squalifica del giudice sportivo, due giornate e nel referto c’è scritto che il nigeriano ha colpito con uno schiaffo l’avversario. Il condirettore del Corsport Alessandro Barbano scrive che tutt’al più è una presa, l’intento è di afferrare Heymans (che lo sta trattenendo) per spingerlo indietro:
Ma il giudice sportivo ha guardato con attenzione la sequenza dei fotogrammi che racconta lo scontro di gioco al ventiduesimo minuto di Napoli-Venezia?
Se lo schiaffo è un colpo inferto al volto usando il palmo della mano aperto e la rotazione del braccio, questo non è uno schiaffo. La caduta del centrocampista del Venezia verso destra – immagine cinque – non è giustificata dalla pressione della mano di Osimhen, ma è chiaramente un gesto di accentuazione plateale del contatto.
L’espulsione dell’attaccante è un errore arbitrale, frutto di un’interpretazione soggettiva del regolamento. Perché la reazione del nigeriano non configura una condotta violenta, ma un eccesso difensivo punibile al più con un’ammonizione.