ilNapolista

Kuipers, l’arbitro che cazzea Messi al Camp Nou: “Quando fischio un rigore mi rilasso”

L’olandese è uno dei protagonisti del documentario Uefa sugli arbitri e racconta: “Quando ti rendi conto di aver sbagliato è terribile, una volta ho cacciato Ibra dopo mezzora e non meritava il rosso. Mi sono scusato con lui nell’intervallo”

Kuipers, l’arbitro che cazzea Messi al Camp Nou: “Quando fischio un rigore mi rilasso”
Db Milano 21/10/2020 - Champions League / Inter-Borussia Monchengladbach / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Bjorn Kuipers

Björn Kuipers ha 47 anni, è l’arbitro olandese che in una scena di “Man in the Midle”, la serie documentaria lanciata dalla Uefa per raccontare il mondo dei direttori di gara, fa un gran cazziatone a Leo Messi, al Camp Nou. Gli dice di non perdere tempo e di portare rispetto. Ha arbitrato la finale di Champions del 2014 tra Real Madrid e Atlético Madrid. Lo Spiegel lo ha intervistato per farsi raccontare la vita di un arbitro top al tempo del Var (e del coronavirus).

“Difficilmente dopo una partita leggerò che ho fatto un grande arbitraggio, leggerò solo quello che ho sbagliato. Puoi discuterne per sempre, con tutti, anche con chi è completamente all’oscuro della materia. Ma io ascolta le critiche solo degli esperti: dei miei capi e di mia moglie”.

Kuipers racconta che l’avvento della tecnologia dà una gran mano, agli arbitri:

“L’assistente video e la capacità di rivedere ogni decisione mi hanno reso molto più rilassato. Momenti critici come i rigori, ad esempio, tendono a rilassarmi: fallo, fischio, attesa del Var. Posso rilassarmi un attimo“.

Che succede se ti rendi conto a partita in corso di aver preso una decisione chiaramente sbagliata?

“Fortunatamente, con il Var, in realtà non succede più. Ma ricordo ancora che nel 2015 ho sbattuto fuori dal campo Zlatan Ibrahimović dopo 31 minuti in una partita di Champions League tra PSG e Chelsea. Non era un cartellino rosso, era da giallo. Un errore che ho subito ammesso, e ho chiesto scusa anche a Ibrahimović durante l’intervallo. Ma non potevo tornare indietro. Non deve condizionare il resto della partita, perché un errore sarebbe seguito solo da un secondo errore”.

E’ come se il Var avesse reso il lavoro dell’arbitro meno eccitante…

“Ed è una cosa buona. Personalmente non ho bisogno di quell’eccitazione. L’arbitro migliore è quello che non si nota. Meno errori faccio, meglio è, ma posso capire le critiche al Var, a volte ci vuole troppo tempo prima di prendere una decisione. Ma non dimenticare che questa tecnologia è ancora nuova: stiamo ancora imparando”.

ilnapolista © riproduzione riservata