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A Belgrado, allo stadio della Stella Rossa, spunta un blindato

Un triste richiamo alla guerra tra serbi e croati. Il tank proviene dalla sanguinosa battaglia di Vukovar

A Belgrado, allo stadio della Stella Rossa, spunta un blindato

In occasione della partita di ritorno dei playoff di Champions League tra Stella Rossa e Young Boys i tifosi di Belgrado hanno pensato bene di piazzare un carro armato allo stadio.

Praticamente, come scrive Il Giornale, “la guerra nella ex Jugoslavia non finisce mai, soprattutto quando c’è di mezzo il pallone”.

Il tank T-55

Il tank è un T-55 acquistato da un deposito militare. Dovrebbe rappresentare un’attrazione per coloro che si incamminano verso lo stadio. Ci si può salire, farsi fotografare, “in un clima giocoso ma anche vagamente minaccioso”. In cima al mezzo supercingolato, una stella rossa.

La strana decisione di piazzare il tank è forse collegata, scrive Il Giornale, con l’aggressione subita da alcuni tifosi della Stella Rossa (intenti a guardare una partita) in un bar di Knin, località posta in territorio croato ma a maggioranza serba.

Una evocazione della battaglia di Vukovar

I croati la vedono però sicuramente come una evocazione dell’attacco delle forze serbe alla città croata di Vukovar, ai confini con la Serbia, nel 1991.

Erano mesi che la città era posta sotto assedio. La Croazia si era dichiarata da poco indipendente dalla federazione di cui la Serbia rappresentava il cuore. Fu un addio “spaventosamente drammatico” che portò a una guerra lunga quattro anni che ebbe, nella battaglia di Vukovar, “uno dei primi e più orribili episodi”.

I soldati di Belgrado assalirono ferocemente la città, uccidendo, distruggendo e stuprando, scrive il quotidiano, finché Vukovar cadde. I serbi però, pur avendo vinto, furono da allora considerati “i macellai d’Europa”.

La partita dello stadio Maksimir di Zagabria

Già un anno e mezzo prima c’era stata la battaglia dello stadio Maksimir di Zagabria. Era il 13 maggio 1990. La Stella Rossa aveva già aritmeticamente vinto lo scudetto. Andò a giocare in casa della rivale storica, la Dinamo Zagabria. Fu

“la più allucinante delle partite inutili della storia del calcio”.

Avvicinandosi a Zagabria i tifosi serbi guidati dal famigerato comandante Arkan, “devastarono il devastabile”. Allo stadio le tifoserie opposte si picchiarono e lanciarono di tutto. La polizia, invece, che sedare sembrò buttarsi anch’essa nella mischia. La partita fu sospesa.

“Boban, allora ventunenne stellina del calcio croato, ruppe con un calcio la mascella di un agente federale che stava manganellando un giovane tifoso della Dinamo e rischiò l’arresto. Per quell’episodio fu poi squalificato per sei mesi e saltò i successivi mondiali di Italia ’90”.

La battaglia andò avanti per tutta la notte nelle strade vicine allo stadio. Alla fine si contarono 137 feriti e 148 arresti.

“Davanti allo stadio Maksimir di Zagabria c’è una targa che celebra ‘i tifosi della squadra che sui questo terreno iniziarono la guerra contro la Serbia il 13 maggio 1990’. Davanti allo stadio Marakana di Belgrado c’è un T-55 dai cingoli bianchi come la neve e rossi come il sangue”.

 

FOTO IL GIORNALE

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