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La formazione di Allegri è una spia del momento difficile della Juventus

Cuadrado terzino, Dybala e Benatia esclusi: emergenza numerica o creativa, Allegri farà rumore con la sua formazione. E spiega che a Torino convivono con diversi problemi.

Una situazione non facile

Abbiamo scritto pochi minuti fa delle (probabili) scelte di formazione di Allegri in vista di Inter-Juventus. Le riportiamo velocemente: 4-3-3 con Buffon, Cuadrado, Barzagli, Rugani, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Higuain e Mandzukic.

È un undici che farebbe discutere, inevitabilmente. Per i calciatori scelti, ma soprattutto per quelli esclusi. A cominciare da Mehdi Benatia, 28 volte titolare durante la stagione (solo Chiellini, tra i centrali difensivi di Allegri, ha più presenze dal primo minuto) e ora ai margini nella notte più importante. Il marocchino è reduce dai due “errori” nel finale di Real Madrid-Juventus e Juventus-Napoli, e secondo alcune indiscrezioni avrebbe avuto un confronto molto duro con Buffon. Voci che sono state smentite dai calciatori bianconeri, e dallo stesso Allegri, che però ora sembrerebbe orientato a lasciarlo fuori. È un primo segnale della tensione palpabile in casa bianconera.

Emergenza creativa

Il secondo segnale riguarda lo slot del terzino destro. Uno dei più coperti nella rosa di Allegri: De Sciglio, Lichtsteiner, Howedes e Barzagli sono tutti in grado, per ruolo naturale o di adattamento, a giocare in quella posizione. Eppure, Allegri sembra aver optato per Juan Cuadrado. Il colombiano ha un passato da esterno basso, o comunque da laterale a tutto campo, ma a Torino è sempre stato utilizzato come uomo offensivo o quinto di centrocampo. Invece, ecco la seconda scelta a sorpresa del tecnico bianconero.

Contro il Napoli, Allegri aveva impostato una partita fondamentalmente conservativa. Per questo motivo, aveva scelto Howedes sulla fascia di Insigne, il calciatore più preicoloso a disposizione di Sarri. L’infortunio di Chiellini ha modificato il piano partita, Lichtsteiner non è stato all’altezza soprattutto in fase offensiva. Quindi, ecco il tentativo di inoculare creatività nella manovra, già a partire dalla linea difensiva. Come detto, un segnale chiaro rispetto a una difficoltà apparsa evidente nel match contro il Napoli. E che sottolinea come la rosa di Allegri sia lunga, certo, ma non garantisca sempre la stessa qualità nei ricambi tra “titolari” e “riserve”, nonostante il sistema di rotazioni scientifiche dell’allenatore livornese.

In avanti

Infine, Dybala. Doveva essere escluso già contro il Napoli, poi Allegri ci ha ripensato – salvo tornare sui suoi passi all’intervallo. Dal post-Madrid (la partita di andata fu un incubo per l’attaccante argentino), la situazione della Joya è vissuta sul filo dell’inestricabile: la tripletta al Benevento e nient’altro, anzi due prestazioni scialbe a Crotone e contro il Napoli. E il 3-1 dei suoi compagni a Madrid, confezionato proprio dal suo sostituto Mandzukic. Insomma, sovrabbondanza e concorrenza (ad alta qualità, qui senza dubbio) del reparto avanzato di Allegri hanno finito per incidere negativamente sull’ultimo segmento stagionale di Dybala. 

Ora, la decisione di assecondare i segnali che arrivano dal campo e il sacrificio in nome di Mario Mandzukic e dell’equilibrio tattico (i migliori risultati stagionali della Juventus sono arrivati col centrocampo a tre). Allegri vivrà una serata complessa, proprio in virtù di queste sue scelte. Come ha detto anche nella conferenza stampa di presentazione, gli allenatori che giocano per vincere sono sempre a rischio. Fanno sgorgare il genio quando vincono, sbagliano quando perdono. Le scelte di stasera faranno discutere, spiegano che a Torino l’aria è discretamente tesa, che i problemi ci sono. E che il tentativo pensato e attuato per risolverli rimbomba abbastanza, per i nomi che coinvolge e quelli che esclude.

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