Tante società, però, temevano che non fosse poi facile stabilire meccanismi di governance chiari e indipendenti. In questo stallo, è intervenuto il governo con Abodi

Lotito ci aveva già pensato prima di Abodi. Per controllare i conti dei club avrebbe voluto spostare la Covisoc dalla Figc alla Lega Serie A. Un primo passo verso la piena autonomia dalla Figc. I dubbi di alcuni club hanno però portato ad uno stallo in cui si è inserito il governo con Abodi che ha presentato il progetto della nuova Authority. Lo scrive Tuttosport.
Il piano di Lotito per rendere la Seria A indipendente dalla Figc
Il quotidiano sul piando del presidente della Lazio:
“Una Covisoc interna alla Lega Serie A. Era questo il piano del presidente della Lazio, Claudio Lotito, per modificare l’attuale quadro dei controlli economici sui club. Sarebbe stato il primo passo per rendere la Serie A più autonoma dalla Figc, come chiede a gran voce la maggioranza di Via Rosellini
invocando il modello Premier League. Tante società, però, hanno visto con un certo sospetto la possibilità di spostare l’organo di controllo all’interno della Lega Serie A, temendo che non fosse poi facile stabilire meccanismi di governance chiari e indipendenti. In questo stallo, unito alla tensione
sempre più forte tra Serie A e Figc, è intervenuto il governo che ha applicato a suo modo il
modello Premier League, ma quello effettivo degli ultimi due anni, evidentemente sfuggito ad alcuni“.
Il governo: «Non può statalizzare coi soldi dei privati» (Il Messaggero)
L’idea della creazione di un’Agenzia governativa per il controllo finanziario del calcio sta creando un’accesa polemica. Claudio Lotito, patron della Lazio, si è espresso così a proposito dell’idea nelle parole riportate dall’edizione odierna del “Messaggero”:
«Non c’entro nulla e non condivido un disegno così concepito. Se il Governo vuole statalizzare il sistema deve dare i soldi, non può pretendere che poi lo finanzino soggetti privati. Noi abbiamo chiesto l’indipendenza dalla Federazione, e lo abbiamo detto anche in aula, per costruire organismi terzi dentro la Lega».
«La terzietà si ottiene cambiando gli uomini quando qualcosa non funziona, non le istituzioni. Come si cambia un ministro, non un ministero. Venti presidenti, con diritto di voto, si autodeterminerebbero e sarebbero controllori di se stessi e degli altri, sui requisiti per l’iscrizione al campionato, invece di dover subire le decisioni della Federazione senza poter controbattere in alcun modo».