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Si prepara il giorno dell’odio per De Laurentiis, ma il Napoli ci sta mettendo del suo

Né Politano (se non dovesse arrivare) né Younes avrebbero spostato gli equilibri, ma il Napoli ancora una volta ha avuto una strategia mediatica passiva che finisce col peggiorare le cose

Si prepara il giorno dell’odio per De Laurentiis, ma il Napoli ci sta mettendo del suo

Il calciomercato e la sua gestione (mediatica)

Il Napoli sta concludendo maluccio il suo calciomercato. Ad ogni chiusura di sessione, c’è l’inevitabile appuntamento con la giornata dell’odio per De Laurentiis. È un’esclusiva non solo partenopea, anzi, basta fare un giro sui social (di Inter e Roma, soprattutto) per capire che si tratta di un sentimento condiviso, anzi tipico di queste giornate particolari. Solo che da queste parti è un appuntamento fisso, noi l’abbiamo “celebrato” a cavallo del 31 agosto o del primo settembre, è una notte in cui c’è sempre un pretesto per schierarsi contro l’operato del Calcio Napoli.

Né Politano né Younes spostano gli equilibri

Questa volta la chiave di lettura è duplice, va distinta. Perché da una parte c’è l’effettivo impatto (potenziale) di questo calciomercato sulla stagione del Napoli, dall’altra c’è il giudizio sulla gestione mediatica del club rispetto all’andamento delle trattative. La prima analisi non ci vede d’accordo con l’ansia esplosiva che ammanta l’ambiente della tifoseria azzurra. Semplicemente perché il Napoli ha effettivamente bisogno di un esterno offensivo, ma non è attraverso l’arrivo di un Politano, un Younes, un Oyarzabal, che il Napoli può “incidere” sulla vittoria di questo scudetto. Può (potrebbe) essere un aiuto in più, certo, ma la forza del Napoli è altrove. E resterebbe nello stesso posto anche con un acquisto di questo tipo, parametrato alle condizioni economiche e tecniche della squadra.

L’arrivo di Verdi, Deulofeu o Klaassen (abbiamo utilizzato gli altri nomi che circolano, non è una questione di individuazione del calciatore) avrebbe completato l’organico del Napoli da un punto di vista numerico. Ma la ristrettezza del “dipartimento offensivo” di Sarri è indotta dall’assenza di Milik, soprattutto, e dall’inserimento complicato di Ounas. Completare l’organico può (avrebbe potuto?) dare qualcosa in più al Napoli, più che altro nella rotazione pensata e prevista con l’Europa League. Presentarsi a febbraio senza aver potenziato il parco alternative è un azzardo? Sì, certo. Ma non riuscire a farlo non castra inevitabilmente le possibilità di successo da qui a maggio, o comunque non lo fa in maniera netta e inevitabile come ci sentiamo dire e raccontare. Semplicemente perché un Politano (che, tra l’altro, potrebbe ancora arrivare) non sposta gli equilibri (cit).

La solita posizione comunicativa passiva

La penultima frase dell’ultimo paragrafo apre il discorso su quello che, secondo noi, è il vero problema del Napoli. Il solito problema del Napoli, ci viene da dire. La gestione mediatica del calciomercato, così come di tutti gli eventi che compongono la vita del club. Una gestione ancora una volta passiva, non esplicativa, reattiva, esclusivamente difensiva. Pensiamo a ieri, all’epilogo quasi comico del caso-Younes. Il Napoli è intervenuto solo a cose fatte, con una dichiarazione mezza ufficiale, mezza ufficiosa, comunque senza volto, al Corriere dello Sport. Giusto e solo per chiarire la posizione del club, per difendersi dalla tempesta di critiche avviatasi dopo che l’affare con l’Ajax e Younes era saltato.

Il Napoli, mai come questa volta, ha davvero provato ad acquistare un esterno d’attacco. Verdi, Younes, Politano che sia: abbiamo le testimonianze dei tentativi fatti e falliti dal Napoli. Non è possibile mettere in dubbio la volontà del club di prendere il calciatore che servirebbe a completare l’organico. Nella gestione di tutte queste operazioni, però, è mancato però qualcosa. A livello mediatico, a livello di accordo con i club, non possiamo saperlo, è il gioco delle parti, del resto una delle prerogative del calciomercato è l’assoluta segretezza. Anche la querelle con la Juventus è stata gestita a livello di battute. Buona quella di Sarri, perché era la prima. Meno quella di De Laurentiis. C’è un problema? Allora va esplicitato. Altrimenti si resta nella vaghezza.

La Juventus

Sempre restando alla Juventus, sappiamo che non prenderà Politano. Lo sappiamo perché Allegri e Marotta si sono espressi in un certo modo, più volte. Sappiamo anche cosa pensano dell’eventuale passaggio di Politano al Napoli. Sappiamo che il Chelsea voleva prendere Dzeko e non ci è riuscito. Oppure sappiamo che l’Inter aveva (ha) bisogno di una certa liquidità, e di un mediano e un trequartista, che sta provando a prendere Pastore. Ausilio e Sabatini l’hanno (non) detto a Sky, giusto l’altro ieri. E il Napoli? Quando – o meglio tra quanto – il Napoli spiegherà le sue vicende e le sue strategie di mercato? Quando arriverà qualcuno in grado di orientare, magari gestire, gli umori di una piazza che non riesce a godersi il meritato primato (!) in classifica?

Conclusioni

E torniamo a Italo Alloggi, che tra l’altro un giorno sul Napolista raccontò la sua amicizia con Squinzi. Alla figura di cui ha parlato ieri anche Michele Dalai nell‘intervista rilasciata ieri al Napolista.  Marotta, Nedved, Oriali o equipollente. Uno che ieri, nella giornata della tempesta, vada in televisione e spieghi cos’è andato storto con Younes. Che dice anche una bugia, ma intanto porta i tifosi, o un certo gruppo di tifosi, dalla parte della società. Uno che va in televisione e “racconti” il caso-Verdi secondo il Napoli, come Fenucci ha fatto per e con il Bologna. Uno che spiega come e perché Politano resterà al Sassuolo.

Il Napoli è invece passivo, De Laurentiis e Giuntoli non sono reperibili in questi giorni, magari stanno lavorando mentre si intensificano i preparativi per la giornata dell’odio. Prestano il fianco alle polemiche non tanto per come va il calciomercato, ma per l’assenza di spiegazioni plausibili, o anche solo verosimili. «Il Napoli è fortissimo senza Verdi e Younes, ma proveremo a prendere Politano fino all’ultimo. Evidentemente in Italia preferiscono alzare un muro di mercato contro di noi». Una frase del genere, detta oggi da qualcuno del Napoli, aiuterebbe molto tutto l’ambiente. Anche se non è vera, anche se non è nello stile del Napolista. Il calcio(mercato) è anche questo.

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