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31 Agosto, il giorno dell’odio per De Laurentiis: nel 2017 è il turno di Inglese

David Lopez, Soriano, Maksimovic, oggi l’attaccante del Chievo: il fuoco sul Napoli e su De Laurentiis è un appuntamento fisso, come una festa patronale.

31 Agosto, il giorno dell’odio per De Laurentiis: nel 2017 è il turno di Inglese

Consuetudine

Ogni anno Napoli e il Napoli hanno un appuntamento fisso. È il 31 agosto, ci vediamo ai soliti posti che dobbiamo fare le solite cose. La prima spunta era stata messa ieri, con lo striscione polemico contro De Laurentiis. E poi ieri sera, l’acquisto di Inglese che ha dato il via all’ormai consueto psicodramma dell’odio contro De Laurentiis e il Napoli. Il pretesto narrativo, questa volta, si chiama Roberto Inglese. Attaccante del Chievo acquistato per il prossimo anno, un’operazione che non rientra nella politica o nelle idee del Napoli ma che è facilmente spiegabile. Esigenze di bilancio anti-tassazione, l’idea di assicurarsi una pedina di scambio per la prossima stagione o di generare una plusvalenza dal niente.

Il problema non è questo. Parleremo dopo di questo caso-Inglese, ma vi assicuriamo che è laterale. L’esperienza del Napolista, ormai, si muove e vive e respira in un 31 agosto che è sempre caratterizzato da una vera e propria crisi di isteria. Anno 2014: l’arrivo di David Lopez. 2015: il mancato arrivo di Soriano (a proposito: che fine ha fatto?). 2016: l’aereo di Maksimovic che non parte. Raccontare l’ultima è vivere in una favola: la colpa del Napoli, “club di peracottari”, era riferita al fatto che il velivolo che doveva portare Maksimovic a fare le visite mediche non era più partito. Colpa del Napoli che ovviamente gestisce una linea aerea. Anzi no, colpa del Napoli perché “non si arriva al 31 agosto”. Chiedete ad Axel Witsel. O ad Alexis Sanchez.

Italia

Per quanto Napoli non si senta e non si professi italiana, per fortuna o purtroppo lo è (semicit.). In questa piccola grande storia di odio verso De Laurentiis, sembra di rivedere il caso sociale di Silvio Berlusconi. Il declino politico del Cavaliere ha privato i suoi connazionali della figura del punching ball o del capro espiatorio. De Laurentiis, tra i napoletani, assolve questo compito che riduce ogni anno le violenze sui familiari. E il 31 agosto, giorno dedicato alla fine del mercato, è la festa dell’odio per De Laurentiis. Un ritrovo collettivo. Una specie di sagra, un appuntamento immancabile. Una festa patronale. Non è necessario capire o sapere perché.

È un problema tipicamente italiano. Una specie di mania ossessivo-compulsiva per il calciomercato. Tutto nasce e tutto finisce lì, nel potenziamento della squadra. Come se le trattative in entrata, e solo in entrata, fossero l’unico possibile portatore di calcio bello e vincente. Come se un acquisto da X milioni sia necessario. Noi non sconfessiamo il mondo, non diciamo che non lo sia. Il mercato è una parte importante del gioco, ma in campo ci vanno i calciatori. Non i loro contratti o i loro cartellini.

Noi del Napolista eravamo un po’ preoccupati per il ruolo di alternativa come esterno basso e per il portiere di riserva. Non sono arrivati, giudicheremo e trarremo le nostre conclusioni. Ma il resto ci pare non solo in linea con gli obiettivi iniziali, ma anche con quanto richiesto delle stesse persone che ieri hanno messo gli striscioni, o dalle stesse persone che ieri sera hanno invaso i social protestando per Inglese. Operazione di contorno, come quella per i giovani Mezzoni e Sgarbi, 17enni. “Il Napoli non investe nei giovani”, cit. Non è proprio così, almeno questa volta (e da un po’ di tempo).

Vincere

Vedremo come andrà la stagione, l’entusiasmo di Dimaro per la stessa squadra del 2016/2017 è già finito da un pezzo. Colpa di cosa? Di un mercato conservativo o del mercato degli altri? Come se la sessione trasferimenti fosse un campionato vero e proprio, a parte, a domanda di uno risponde un altro con un colpo ancora maggiore. Non funziona così. La strategia del Napoli è stata chiara fin dall’inizio, è giusto criticare i punti oscuri ma bisogna avere anche memoria storica. E la storia è quella ormai consueta, pure quella del “mercato per vincere” secondo gli haters, gli organizzatori annuali della festa dell’odio.

Il mercato per vincere degli anni scorsi partiva dal trattenere i campioni, senza cessioni. Quest’anno c’è stato l’upgrade: i campioni sono stati trattenuti, ma la mancanza di acquisti merita e attira critiche assolute, totali. Se pure l’anno prossimo il Napoli dovesse tenere (di nuovo) tutti, e dovesse acquistare tre-quattro calciatori per migliorare l’organico, pure ci sarebbe qualcosa che non va. Qualcosa per cui crocifiggere questo club e la sua proprietà. Non sappiamo bene cosa, ma non c’è da temere. Basta aspettare. Ci vediamo il 31 agosto 2018. Stessa spiaggia, stessa rabbia.

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