Al Giornale: «Ha scelto lui di andare nella Rsa, non vuole stare a casa. A Napoli ho avuto i ladri in casa, ho gridato aiuto, non è venuto nessuno. Il mio amore? Pippo Fava»
Ida Di Benedetto: «Urbani è un bugiardo, quale abbandonato. Sto a Napoli per il mare, la città non mi è mai piaciuta»
Ida Di Benedetto, moglie di Giuliano Urbani, intervistata da Hoara Borselli per Il Giornale. Ida Di Benedetto è napoletana. TRa i registi con cui ha lavorato ci tiene a citare Salvatore Piscicelli. Poi parla di Napoli, di Giuliano Urbani e di Pippo Fava il giornalista ucciso dalla mafia.
Perché è tornata a vivere a Napoli?
«Avevo nostalgia del mare. A Napoli ci sono due cose: la città e il mare. Il mare è tutto. La città non mi è mai piaciuta».
Lei ha subito una rapina poco più di un anno fa.
«Più di una. La prima cosa che mi hanno rubato è stata la macchina. Poi hanno preso di mira la mia casa. Un furto dopo l’altro. Io li odio. L’ultima rapina è stata terribile. Si sono arrampicati sul balcone. Io ero nella mia stanza, dormivo. Ho visto un’ombra. Mi sono alzata, sono andata a vedere se mio marito dormiva. Allora sono tornata verso la mia stanza ma ho sentito una spinta, un colpo fortissimo, sono caduta. Loro mi hanno spinto nella mia stanza e hanno chiuso la porta a chiave. Io sono uscita sul balcone e ho iniziato a urlare. Con la mia voce abituata a recitare nelle tragedie greche. Ci ho messo tutto quello che avevo nel petto. Nessuno si è affacciato, nessuno ho chiamato la polizia. Nessuno è venuto in mio aiuto».
Nessuno?
«Nella villa comunale di fronte al mio balcone c’era una signora che si è affacciata. Mi ha chiesto cosa fosse successo. Io continuavo a gridare. Lei ha capito e ha chiamato la polizia. È arrivata dopo un’ora».
Parliamo di Giuliano Urbani. È in una Rsa e aspetta di morire. Ha detto così.
«Non mi piace questa cosa. Mio marito ha detto sempre tante balle. Come la maggior parte degli uomini».
Perché l’ha detto?
«Per giustificare il fatto che sta lì in questa Rsa».
Ma perché sta lì?
«Perché ha paura di restare solo. Soffre di una forma di idrocefalia e per guarire serve la chirurgia. Ma lui per anni ha rinviato. Non voleva operarsi. Io sono stata anni senza lavorare per seguirlo. Alla fine è stato Gigi Marzullo a risolvere. Una volta lo incontrai e lui mi diede il telefono di un grande medico. Io ci parlai e il medico chiamò Giuliano e gli disse: “Venga da me il tale giorno”. Giuliano andò, e quella volta cedette e si operò. Sennò sarebbe morto».
E ha scelto lui di andare nella Rsa?
«Sì».
Ma lei come mai ha sposato Urbani?
«Stavamo insieme da più di vent’anni. È riuscito a convincere le mie figlie che dovevamo sposarci. E loro mi hanno convinta. Io ero contrarissima. Lui voleva farlo per avere la sicurezza di essere accudito».
Oggi che rapporto avete?
«Ci vogliamo molto bene e ora provo una grande tenerezza. Tra qualche giorno lo vado a prendere con la macchina
e lo porto a Napoli e stiamo lì una decina di giorni. Quest’estate siamo stati in campagna. Non è stato mica
abbandonato».
Si dice che lei sia stata per anni l’amante di Pippo Fava. È vero?
«Vero. È stato il grande amore della mia vita. Scriveva romanzi, faceva il giornalista, dipingeva, faceva film. Era grandioso. Lo hanno ucciso perché era contro la mafia. Lo avevano minacciato. Lo avevano avvertito. Lui girava con la pistola. Aveva paura, aveva subito già molti attentati».
Ha sofferto il ruolo dell’amante?
«Sì, ho sofferto molto. Ma sono molto contenta di averlo amato. È durata sei anni».
La moglie lo sapeva?
«Sì, certo. Si stavano lasciando».
Che difetti aveva Fava?
«Aveva il difetto di tutti gli uomini: bugiardo».
Giuliano Urbani lo ha amato come ha amato Pippo?
«No. A Giuliano voglio bene. Per Pippo era una passione sfrenata».
Vogliamo riportarlo a casa il ministro Urbani?
«No. Non vuole venire. Sta bene lì: questa rsa è una villa grandiosa, dove hanno soggiornato Mussolini e la Petacci. Ha un grande giardino. È assistito benissimo».
E quindi non è vero che vuole morire?
«Macché! Non dia retta».