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Come gioca la Sampdoria di Giampaolo: equilibrio, possesso e l’uomo tra le linee

Analisi tattica degli avversari di domani: difesa a quattro, l’albero di Natale nascosto e un rendimento inferiore alla reale mole di gioco creata.

Come gioca la Sampdoria di Giampaolo: equilibrio, possesso e l’uomo tra le linee

La partita contro la Sampdoria si può considerare facile solo sulla carta. Sarà al contrario un match pieno di insidie per il Napoli. E non c’entra affatto la famosa “sindrome del capitone”, tramandata dalla memoria storica dei tifosi di lungo corso, secondo cui è tradizione che al ritorno dalle festività natalizie gli azzurri debbano sempre stentare. Anche perché detta sindrome è andata piuttosto scemando di recente: dal ritorno in serie A nel 2007, il Napoli ha quasi sempre vinto la prima gara dell’anno solare, steccando solo nel 2008 e nel 2011 (due sfortunati viaggi a San Siro, rispettivamente con Milan e Inter). La difficoltà della gara di domani sera attiene alla difficoltà di interpretarla, contro un avversario da prendere decisamente con le molle.

Mentalità propositiva

E’ vero, i 23 punti finora collezionati in classifica non farebbero pensare alla Sampdoria come a uno spauracchio. Tanto più che i liguri hanno uno dei peggiori ruolini di marcia in trasferta dell’intero campionato: appena 6 punti in 9 gare, con l’unica vittoria lontano da Marassi datata 21 agosto, ad Empoli. Peggio di loro, solo Pescara, Sassuolo, Cagliari e Crotone. Ma i blucerchiati sono avversario duro, che sta sempre in partita: hanno sbracato solamente a Torino, contro la Juventus. Per il resto, hanno perso solo di misura contro Roma, Milan e Lazio, battendo l’Inter e rischiando di vincere a Firenze.

E sono una squadra che anche lontano da casa non disdegna un atteggiamento propositivo: 15,4 conclusioni a partita (meglio, in trasferta, solo Juve e Inter) e 52,6% di possesso palla medio (dietro solo a Napoli, Fiorentina, Roma, bianconeri e nerazzurri). Casomai, concretizzano davvero poco per la mole di gioco creata (21 gol segnati appena, solo in sei hanno fatto peggio).

Al tempo stesso, però, si mettono in condizione di subire il lecito, e anche meno: 11,6 tiri subiti a gara, meglio hanno fatto solo Juventus, Napoli, Atalanta, Inter e Genoa. Il che, con un allenatore preparato come Marco Giampaolo al timone, non deve sorprendere. Già un anno fa, sulla panchina dell’Empoli, riuscì a fare meglio del predecessore Sarri, nonché a metterlo in una certa difficoltà nei due scontri diretti: al ‘Castellani’ finì con un movimentato 2-2 (anche se il Napoli di oggi era ancora in fase embrionale) e al ‘San Paolo’ la vittoria divenne agevole solo nel finale, con un punteggio dilatatosi fino al 5-1 ma con i toscani a lungo all’altezza della situazione.

Costruire dal basso

Tatticamente, il 4-3-1-2 di Giampaolo è un modulo equilibrato, che si presta a creare non poche difficoltà al Napoli. Innanzitutto, la qualità negli interpreti non manca, affatto. Si consideri che Skriniar, uno dei due difensori centrali, è il giocatore più preciso del campionato quanto a passaggi riusciti: 92,3%. E il compagno di reparto Silvestre (87,9%) è 16esimo. Indice di un’ottima capacità di costruire dal basso senza scomporsi di fronte al pressing avversario.

Buone ma non eccezionali, invece, le statistiche del trio di centrocampo composto da Barreto (81,3%), Torreira (85,7%) e Linetty (81,8%). L’uruguaiano e il polacco, però, recuperano con la vigoria data loro dalla giovanissima età (20 e 21 anni rispettivamente). Entrambi sono tra i primi dieci del campionato per tackle effettuati (2,8 a gara Torreira, 3,3 Linetty), Torreira è tra i primi 15 per palle intercettate (2,8 a gara). E dire che l’uruguaiano sembrerebbe quasi sottodimensionato per la nostra serie A in quel ruolo: 1 metro e 65 di altezza per 65 chili. Il faccia a faccia per il trio di centrocampo azzurro si annuncia quanto mai intrigante.

Albero di Natale (dopo la Befana)

E poi, la posizione del trequartista, l’uomo tra le linee che il Napoli continua a soffrire, come capitato da ultimo con Bernardeschi. Posizione in cui, di recente, Bruno Fernandes sembra aver scavalcato Ricky Alvarez nelle preferenze di Giampaolo. Del resto, i 3 gol realizzati finora e gli 1,9 passaggi chiave a partita (dato, questo, pari a quello di Insigne, Dybala e Perotti, per dire) depongono nettamente a suo favore. Nello sviluppo complessivo della manovra, però, non è raro vedere un 4-3-2-1 più che un 4-3-1-2, con uno dei due attaccanti ad abbassarsi e affiancare il trequartista per venire incontro al centrocampo, agevolare la circolazione di palla e lasciare che sia l’altro ad attaccare la profondità. Più spesso è Quagliarella ad effettuare questo lavoro, per sfruttare le doti da velocista di Muriel. Ce lo provano i campetti posizionali medi della Sampdoria nelle ultime gare.

Sampdoria

Campetti posizionali medi dei blucerchiati nelle gare contro Lazio, Chievo e Udinese. Lo schieramento è, nella realtà dei fatti, un vero e proprio albero di Natale.

Sbilanciata a destra

Altra caratteristica che emerge, dall’analisi di queste immagini, è che la Samp predilige sviluppare il proprio gioco sulla destra, e infatti su quella fascia attacca per il 41% del tempo, utilizzando la corsia mancina solo per il 31% e attaccando centralmente ancora meno (28%). Circostanza da imputare, sicuramente, alle maggiori qualità di spinta, come terzino, di Jacopo Sala rispetto a Vasco Regini, che in fase di possesso spesso agisce più da terzo centrale di difesa. In quella zona di campo, sarà inevitabile lo scontro con la catena di sinistra del Napoli, la più utilizzata dagli uomini di Sarri. Come vediamo, il trequartista pende sempre verso la propria destra più che verso sinistra ed è dunque altamente probabile che sia Bruno Fernandes, più che una delle due punte, a ripiegare da quella parte per garantire la parità numerica con Strinic, Hamsik e Insigne.

Incognita difesa

L’uomo contro uomo non è da escludere nemmeno in mezzo, dove Giampaolo potrebbe operare la stessa scelta fatta da altri prima di lui. Con Barreto a guardare a vista Hamsik, Torreira a fronteggiare Jorginho o Diawara e Linetty (difficile pensare a un impiego di Praet) a duellare con Allan o col compagno di nazionale Zielinski. L’aspetto più delicato della sfida, però, riguarderà la tenuta difensiva del Napoli. Non va dimenticato infatti che per via delle numerose assenze, gli azzurri saranno obbligati a schierare un pacchetto arretrato totalmente inedito. Tra Strinic, Maksimovic, Tonelli e Hysaj gli automatismi non potranno essere per forza di cose gli stessi. E Quagliarella e Muriel sono attaccanti abili ed estremamente pericolosi, se trovano campo davanti a sé.

Mai come stavolta, sarà fondamentale la capacità degli azzurri di restare corti e coesi tra i reparti, con l’apporto cruciale del centrocampo nelle due fasi, per non concedere la minima opportunità di far male agli avversari e riuscire a tenere sempre il pallino del gioco.

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