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Mertens rianima il Napoli horror ma poi ci pensa Rocchi a fermare la rimonta

Pescara-Napoli 2-2. Brutto e abulico Napoli nel primo tempo, sotto di due gol. Poi entra Mertens ma Rocchi ci nega un rigore già assegnato.

Mertens rianima il Napoli horror ma poi ci pensa Rocchi a fermare la rimonta
Mertens (foto Ciambelli)

C’è l’ombra di Rocchi sul 2-2 del Napoli a Pescara. L’arbitro, stasera addizionale, si è reso protagonista della partita convincendo il direttore di gara Giacomelli a non concedere più un rigore giustamente assegnato per fallo su Zielinski (avrebbe visto un precedente fallo di Albiol su Bizzarri, fallo che resta dubbio). Si era sul 2-2 a tredici minuti dalla fine. Una partita che il Napoli aveva incredibilmente raddrizzato dopo un primo tempo orribile terminato 2-0 per il Pescara. Poi l’ingresso di Mertens (al posto di Insigne) ha cambiato l’incontro: in quattro minuti – dal 59’ al 63’ – il belga ha siglato la doppietta che ha consentito al Napoli di pareggiare. Proprio Mertens era col pallone sotto il braccio per battere il rigore quando Rocchi ha fatto cambiare la decisione. Alla fine, possiamo anche dire che si tratta di un pareggio giusto. Resta il peso della decisione arbitrale.

Se analizziamo la gara, il Napoli ha giocato probabilmente il peggior primo tempo della gestione Sarri. Una squadra irriconoscibile: spenta, indolente, abulica, forse sotto shock, senza grinta, quasi rassegnata. Tutto il contrario del Napoli di Sarri improntato al “sudate la maglia” e sempre in grado di reagire. La palla girava lentamente. Nessuno in grado di accelerare. Persino l’allenatore dalla panchina con meno verve del solito. Il Pescara di Oddo ha chiuso il primo tempo con un meritato due a zero: reti di Benali all’ottavo minuto e Caprari al 35esimo. Gli abruzzesi hanno sfiorato anche altri due gol. Nel giorno del ritorno degli ultras della curva A in trasferta, protagonisti di un tifo continuo.

La partita. Sarri schiera la formazione tipo. Giocano Insigne e Gabbiadini, c’è Valdifiori al posto dello squalificato Jorginho. I primi minuti del Napoli sono quasi perfetti: difesa alta, possesso di palla, padroni assoluti del campo. Il Pescara non riesce a superare la metà campo. Il Napoli sfiora il vantaggio con un tiro di Hamsik fuori al terzo minuto. Poi, all’ottavo, la svolta. Koulibaly non solo regala la palla ma non riesce a salire bene sul taglio di Verre. Benali si presenta tutto solo davanti a Reina e segna. Aveva evidentemente ragione Sarri che in conferenza sabato ha beccato il difensore apparso lontano – soprattutto nel primo tempo – dalla forma dello scorso anno

Il Napoli va in bambola. Non ha alcuna reazione. Ed è questa la sorprendente e preoccupante novità della serata. Benali fa il bello e il cattivo tempo, Caprari gioca una signora partita. E sfiora il raddoppio su azione personale, si beve la difesa napoletana con una facilità imbarazzante e per fortuna Reina devia in calcio d’angolo. Il Napoli abbozza qualche azione ma nulla di pericoloso.

Il Pescara aspetta il Napoli, chiude bene, pressa bene a centrocampo dove Allan è la controfigura di sé stesso, Valdifiori – e lo sappiamo – non ha accelerazioni, Hamsik non trova spazi. Insigne, beccato dal pubblico, ci mette un po’ a scuotersi. Ogni accelerazione del Pescara fa male al Napoli. Benali fa impazzire la difesa azzurra. Dalla destra, Benali pesca Verra in area che quasi all’altezza del dischetto tira a botta sicuro ma viene stoppato. Due minuti e Albiol viene ammonito per fallo su Verre. Il Napoli non è la squadra spumeggiante, intensa che siamo stati abituati a vedere lo scorso anno. E al 35esimo il Pescara raddoppia: azione fotocopia rispetto a dieci minuti prima: stavolta sulla destra, indisturbato, è Zampano che crossa basso per Verre: stessa posizione e stavolta è gol.

Negli ultimi dieci minuti, il Napoli non diciamo che si sveglia però almeno si rende protagonista di qualche sbadiglio. Chiude il Pescara per dieci minuti e sfiora il gol di testa con Albiol. Negli ultimi dieci minuti, Sarri manda a scaldarsi Zielinski, Mertens e Milik.

Secondo tempo. L’inerzia della partita sembra non cambiare. Napoli sempre lento. Guadagna un’ammonizione per Brugman (fallo su Gabbiadini) e una per il portiere Bizzarri. Poi, al 53esimo, la svolta. Entrano Milik e Mertens per Gabbiadini e Insigne. Il Napoli si scuote. Al 59esimo è Dries Mertens, servito da Hamsik, a segnare con un bel rasoterra dalla sua mattonella sul secondo palo. Quattro minuti e il belga pareggia: cross basso di Hysaj, la difesa buca con Coda e raddoppio dall’area piccola. Anche in questo caso, Sarri aveva detto che Mertens avrebbe potuto segnare più gol dello scorso anno.

La differenza con l’anno scorso non è però in attacco ma in difesa, con i due gol subiti nel primo tempo (solo a Bologna e a Milano con l’Inter, senza averne segnato nemmeno uno). Il Pescara non ha più le energie del primo tempo e sparisce dal campo. Il Napoli sembra lì lì sul punto di segnare il terzo gol ma non ce la fa mai.

Al 70esimo esce Coda infortunato ed entra Zuparic (in precedenza Manaj per Memushaj), nel Napoli esce Hamsik per Zielinski. Al 77esimo l’episodio chiave della partita che aprirà una settimana di prevedibili polemiche. Ci prova all’82esimo Milik (buona prova la sua) con un bel rasoterra diagonale ma Bizzarri devia in angolo.

Il Napoli evita una sconfitta che avrebbe fatto discutere non poco. Poi rischia anche di vincerla. C’è ottimismo per Mertens e Milik, male Insigne e Gabbaiadini (e non solo). Preoccupante anche la difesa e la mancanza di reattività del primo tempo. Consoliamoci pensando che abbiamo evitato la sconfitta e che siamo a più uno rispetto allo scorso anno quando il Napoli venne sconfitto alla prima dal Sassuolo.

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