ilNapolista

«Torna quando ti hanno stuprata», le donne denunciano le risposte della polizia (che cancella i commenti)

Oltre tremila commenti di denuncia e indignazione di donne sulle risposte ricevute dalla polizia. Ne scrive Perina su La Stampa

«Torna quando ti hanno stuprata», le donne denunciano le risposte della polizia (che cancella i commenti)
A woman holds a placard reading 'It was a good boy (crossed out) - He killed her' outside the University of Milan during a demonstration following the suspected feminicide of 22-year-old Giulia Cecchettin, in Milan, on November 22, 2023. (Photo by Piero CRUCIATTI / AFP)

«Torna quando ti hanno stuprata», le donne denunciano le risposte della polizia (che cancella i commenti).

Molto bello l’articolo di Flavia Perina su La Stampa di oggi. Partendo dalla segnalazione al 112 (caduta nel vuoto) mentre Giulia Cecchettin era ancora viva, Perina rilegge e riscrive molte dei commenti (oltre tremila) che tantissime donne hanno lasciato sotto uno status sull’account Instagram della polizia di Stato.

Cinque giorni fa è stata pubblicata in segno di solidarietà a Giulia la citazione ormai celebre di Cristina Torres Càceres (“Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”) accompagnata da un messaggio rivolto a tutte le donne: ricordate che non siete sole. Voleva essere un atto di vicinanza e attenzione. Si è rivelato il detonatore di una colossale esplosione di rabbia e indignazione, con centinaia di segnalazioni di esperienze personali gravissime. Denunce ignorate, frasi liquidatorie, oltraggiosi rifiuti ad approfondire e ad agire. Oltre tremila commenti, quasi tutti dello stesso tenore, che rivelano nel migliore dei casi una scarsa preparazione, nel peggiore la propensione a giudicare irrilevanti casi evidenti di abuso, intimidazione, violenza o addirittura aggressioni conclamate.

Il catalogo è infinito. Irene: «Torna quando ti avranno stuprata, mi avete detto quando sono venuta a denunciare minacce di stupro». Esther: «Quando sono venuta a chiedervi aiuto per stalking mi avete letteralmente risposto che sono un’esagerata e che era tutto nella mia testa». Giulia: «Quando sono stata trascinata in un parcheggio a forza, sono venuta a denunciare e voi mi avete apostrofato come “quella a cui hanno dato un boffetto sul sedere”». Viviano: «Quando mio padre picchiava mia madre arrivando a minacciarla più volte col coltello e avete dato retta a lui perché diceva che era pazza». Marcella: «Quando uno mi seguiva sotto casa, appostato sotto la finestra ore e ore, ogni giorno, e la risposta è stata: signorina, le ha messo le mani addosso? No? Allora non possiamo fare nulla».

C’è chi va a denunciare lo sconosciuto che, dopo averla pedinata e molestata, le ha spaccato il telefono a metà e le rispondono: «Sei una bella ragazza, certe cose possono succedere». C’è la vittima di stalking che deve farsi raccomandare perché la sua denuncia sia accettata dopo aver girato invano più di un commissariato.

E c’è, soprattutto, un infinito elenco di risposte minimizzanti: finché non ti fa finire in ospedale non possiamo muoverci, sei fortunata, poteva andarti peggio, torna quando hai le prove.

«Ora date una risposta a tutte queste testimonianze, grazie», scrive Francesca, ma la risposta non potrà certo darla un social media manager.

P.s. Nella serata di ieri tutti gli oltre tremila commenti al post sono stati cancellati da Instagram. È questa la risposta?

ilnapolista © riproduzione riservata