Lo scudetto ha rammollito De Laurentiis (Libero)
Si è reinventato direttore sportivo e commissario: la sua versione tuttofare è debole e perdente. Spera di invertire la rotta con la sua presenza

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis
Lo scudetto ha rammollito De Laurentiis, scrive Libero.
Forse lo scudetto ha rammollito De Laurentiis, che si è reinventato direttore sportivo e commissario: la sua versione tuttofare è debole e perdente. Che fine ha fatto il presidente che sapeva intervenire senza troppi fronzoli quando necessario? E perché, in estate come adesso, non è riuscito a convincere un allenatore all’altezza? Dopo aver scomunicato Garcia e cercato invano Conte, adesso spera di invertire magicamente la rotta con la sua sola presenza. La decisione di supervisionare il francese sembra scaturita dalla risoluzione del classico dilemma morettiano: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?». Per il momento ha scelto la prima opzione, anche se il fatto che Garcia debba confrontarsi tutti i giorni con De Laurentiis appare abbastanza grottesco.
CARESSA SI ASPETTAVA L’INIZIO TURBOLENTO DEL NAPOLI
Fabio Caressa, commentatore e giornalista di Sky Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tv Play sul momento del Napoli e su Garcia.
A Caressa è stato chiesto se si aspettava questo inizio turbolento del Napoli:
«Sì lo dico. Con grande chiarezza perché l’avevo detto prima del campionato. Non per Garcia o per una persona, per un giocatore, una persona in particolare. Quando hai un grande successo che arriva in maniera così fragorosa, che ha quel ritorno perché non è un successo al quale sei abituato e perché non è una cosa che tu ottieni con regolarità, il momento più difficile da gestire nei grandi successi è proprio il momento successivo. Perché i giocatori, l’entourage, cercano dentro di sé le emozioni che ci sono state alla fine di un percorso che è la vittoria del campionato. Ma non erano le stesse che erano all’inizio di un percorso. Quindi secondo me era molto difficile. Bisognava essere molto bravi a ricostruire le emozioni di un inizio percorso. Cioè abbiamo vinto ma si ricomincia da capo. Però si inizia con le certezze che avevamo».
E ancora:
«Invece secondo me Garcia ha già sbagliato la comunicazione nei primi giorni. L’errore più grave che ha fatto secondo me è quando ha detto “decido io il capitano” al terzo, quarto giorno che era arrivato. il capitano lo decide la storia della squadra. Tu entri in una storia, non produci la storia. La produrrai da lì in avanti e quindi secondo me da parte sua ci voleva più rispetto di ciò che era stato e questo è stato un brutto inizio. Poi è venuto tutto di conseguenza».
Secondo Caressa non era Conte la soluzione, o comunque non il cambio di allenatore:
«Secondo me più che un cambio di persona ci vuole un cambio di atteggiamento da parte della squadra e dell’allenatore. In questo deve essere molto brava la società che ha perso Giuntoli che era un uomo di mezzo molto importante nel rapporto tra società e presidente, tra società e allenatore. Un cambio di atteggiamento».
Che tipo di atteggiamento allora serve al Napoli:
«Vuol dire che i giocatori devono essere aperti a un possibile cambiamento rispetto a quello a cui erano abituati. Perché nella vita bisogna cambiare, perché il mondo intorno cambia e la stessa realtà adesso del Napoli campione d’Italia è diverso dalla realtà Napoli non campione d’Italia. E da un altro punto vista c’è bisogno, più che fari proclami su questo gruppo di grandi saggi, Garcia sia un po’ più aperto a capire le esigenze del gruppo con il quale sta lavorano. È importante che in una comunicazione ci sia un rapporto dall’altro in basso, ma anche dal basso in alto e che l’allenatore stia a sentire i giocatori almeno quanto i giocatori stanno a sentire l’allenatore. Questo è il conflitto e se non si risolve questo conflitto qualsiasi altro allenatore avrà lo stesso problema».