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De Laurentiis ha urlato in tribuna e si è chiuso da solo in uno stanzino dello stadio (Repubblica)

Non è passato per gli spogliatoi. L’esonero immediato del francese non sembra una possibilità concreta. Serve calma e sangue freddo

De Laurentiis ha urlato in tribuna e si è chiuso da solo in uno stanzino dello stadio (Repubblica)
foto Ssc Napoli

Scrive Repubblica che De Laurentiis si è arrabbiato ieri sera lasciando la tribuna al termine di Napoli-Fiorentina 1-3 e si è poi chiuso da solo in uno stanzino dello stadio. Ma – scrive – l’esonero immediato del francese non sembra una possibilità concreta.

Ecco cosa scrive Repubblica.

Le certezze sono due: il Napoli è di nuovo in caduta libera e sono ore di riflessione per Aurelio De Laurentiis, che era furibondo dopo la pesante sconfitta subita al Maradona contro la Fiorentina, domenica notte. Il presidente ha alzato la voce lasciando la tribuna vip e poi si è chiuso in uno stanzino dello stadio da solo, sbollendo la sua inevitabile rabbia senza passare dagli spogliatoi.

Neppure un tweet, questa volta. Il distacco con Rudi Garcia e i giocatori è stato totale.

L’esonero immediato del francese non sembra una possibilità concreta, anche se era già circolato il nome di Igor Tudor e soprattutto c’è libero un big del valore di Antonio Conte. Ma il numero uno del Napoli dovrebbe fare un altro estremo tentativo per evitare la rivoluzione nella sosta di campionato, confrontandosi di persona con il successore di Spalletti. È stato lui a scegliere monsieur Rudi e la zona Champions – vero obiettivo della stagione – è in fondo lontana soltanto 3 punti. La priorità adesso è smaltire la rabbia per la resa incondizionata con la Fiorentina. Servono calma e sangue freddo, non decisioni prese a caldo.

PAGELLA NAPOLISTA DI GARCIA E DE LAURENTIIS

GARCIA (E DE LAURENTIIS). Anche il Napoli di Spalletti soffriva la Viola “italiana” e cartesiana ma questa è una catastrofe, per giunta arrivata dopo le recenti illusioni. Purtroppo, come detto prima, l’autogestione si è dimostrata fallace e stasera il nichilismo del Violinista genera solo caos e ha la sua nefasta epifania nell’agghiacciante sequela dei cambi. Infierire però è un esercizio crudele, anche perché come noi napolisti indichiamo da mesi nel deserto metropolitano la causa prima non causata di questa catastrofe è il presidente che si fece Imperatore e Masaniello, solingo al comando. Solo che adesso il Divo Aurelio è diventato come Nerone e assiste all’incendio di una squadra gioiello e modello suonando la lira e facendosi dire quant’è bello e quant’è bravo. E qualsiasi soluzione prenderà, sarà solo un palliativo, ahimè. Chissà magari riproporrà i ritiri punitivi, annuncerà per la settantaduesima volta il rinnovo di Osimhen, richiamerà Edy Reja, ripescherà il disoccupato Semplici, farà altri tweet alla Pappalardo, per la serie: “Ricominciamo” – 3

Cambia modulo troppo spesso e si impegola in sostituzioni che sembrano rebus matematici che alla fine non comprende nessuno. Diciamo che siamo ripartiti da Bologna e ci siamo fermati a Firenze. Con l’aggravante che la Fiorentina, che ha riposato meno di noi, non ci fa capire nulla – 4  

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