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«Maschi o femmine, la Germania perde. Calcio sintomo di un Paese che si sopravvaluta» (Süddeutsche)

“Proprio perché stenta ad ammetterlo, questo è un Paese che su molti livelli si ritiene più competitivo di quanto è davvero”

«Maschi o femmine, la Germania perde. Calcio sintomo di un Paese che si sopravvaluta» (Süddeutsche)

Se in Italia il Mondiale femminile non ce lo siamo filati, con l’eliminazione ridotta a deminutio di genere (“tanto è solo calcio femminile…”), in Germania la sconfitta della nazionale tedesca è un caso. E come tale viene analizzato anche dalla Süddeutsche Zeitung: è il sintomo di un Paese che si sopravvaluta, “che si ritiene più competitivo di quello che è davvero”.

In coda al suo editoriale Claudio Catuogno scrive: “Si è discusso molto negli ultimi mesi sulla parità retributiva, ovvero sulla questione se uomini e donne nelle nazionali debbano avere gli stessi bonus enomici. I tedeschi erano felici di aggiungere un altro termine a questo requisito: Equal Play! Parità di gioco! Le stesse possibilità per il calcio maschile e femminile. E adesso? Può sembrare amaro, ma l’Equal Play è stato raggiunto in Australia. La Nazionale maschile ai Mondiali, l’Under 21 ha fallito agli Europei. E le donne tedesche ora giocano senza successo come gli uomini. Il calcio tedesco è solo uno pseudo-gigante”.

“Non bisogna sopravvalutare lo sport come sintomo di un contesto più ampio. Ma le cose vanno così. Un breve salto al Fondo monetario internazionale (FMI): mentre l’economia cresce in altri Paesi industrializzati, in Germania si sta contraendo. Ops… Non eravamo campioni del mondo di esportazione? In ogni caso il calcio tedesco non è più quello di prima, nella migliore delle ipotesi è ancora uno pseudo-gigante – e proprio perché stenta ad ammetterlo, può essere sintomatico di un Paese che su molti livelli si ritiene più competitivo di quanto ancora è”.

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