A Repubblica Firenze: «Un danno tra 50 e 100mila euro, oltre che affettivo. Sono venuti con le gru e hanno traslocato». Non ha ancora denunciato
Camila Giorgi, il proprietario della villa: «Hanno portato via tappeti, mobili di pregio e sei mesi d’affitto». Lo scrive l’edizione fiorentina di Repubblica che ha sentito il proprietario della villa di Calenzano dove abitava la tennista e la famiglia.
«È una situazione surreale, da non credere. Non solo se ne sono andati senza dire nulla con sei mesi di affitto non pagati, ma ci hanno fatto sparire metà arredamento. Tappeti persiani, mobili di pregio, anche un antico tavolo da mezza tonnellata. Parliamo di un danno tra i 50 e i 100 mila euro».
Non c’è solo il fisco a cercare Camila Giorgi. Ma anche il proprietario della villa (nel comune di Calenzano alle porte di Firenze) dove la tennista ha vissuto con i familiari fino a tre mesi fa, prima di un improvviso “ trasloco” seguito da un silenzio a oltranza. Nessuna telefonata, nessun messaggio, racconta, solo un vivace scambio di battute con il padre di Camila (intestatario del contratto): « Gli ho scritto che devono almeno restituirci le nostre cose, lui ha risposto in modo sprezzante dicendo che si trattava di oggetti di poco valore. Un comportamento odioso, per chi come me ha avuto un danno economico ma anche affettivo».
L’incubo è iniziato quando i vicini lo hanno avvisato dell’arrivo di una gru e di alcuni furgoni davanti alla villa. « È stato uno shock. Quando sono arrivato non c’era già più nessuno e la casa era mezza vuota, come se fosse stata razziata. Ma c’è di peggio, in giardino c’erano altri mobili e tappeti accatastati l’uno sull’altro, esposti al vento e alla pioggia. Probabilmente avevano già riempito i container e non sapevano dove metterli». Nonostante i danni, spiega sempre il proprietario della villa, ancora non è stata presentata denuncia: «Sono scoraggiato, probabilmente sono andati all’estero e non li rivedremo mai, non voglio sprecare altro tempo e risorse. Certo è proprio una beffa, pensavamo di essere tranquilli ad aver affittato la casa a una persona conosciuta, a una atleta di spessore internazionale. Ma peggio di così non poteva andare».
Camila Giorgi, anche multe e ristoranti non pagati. Gestiva tutto papà, pronto il patteggiamento. Ne scrive il Corriere della Sera.
Camila Giorgi avrebbe alle spalle altre pendenze, anche se per cifre inferiori ai 464 mila euro e passa pignorati un anno fa alla Federtennis: vale a dire multe non pagate e fatture di ristoranti. Dalla sua, tuttavia, avrebbe un’assoluzione per le contribuzioni relative al 2013 e 2014 versate al fisco americano. Piccola cosa, va detto, rispetto ai molti fronti aperti sotto il profilo fiscale.
Camila Giorgi vulnerabile
C’è già una proposta di patteggiamento depositata alla Procura che indaga per evasione e che, anno dopo anno, sta ricostruendo gli ammanchi nelle casse del fisco alla voce «Camila Giorgi». L’atleta sembra riluttante a gestire i propri affari che sarebbero stati storicamente delegati a Sergio Giorgi, l’adorato babbo e coach venuto dall’argentina. Sue le chiavi della cassaforte di famiglia ma suoi anche i piani per rinviare i pagamenti nei confronti del fisco italiano. Emerge così una Camila vulnerabile sotto il profilo fiscale forse perché fragile sotto quello affettivo. Il capitolo «ristoranti» e multe mai pagate lo testimonierebbe. La ragazza dal braccio d’oro pare subalterna alle decisioni paterne, almeno sotto il profilo economico. Che tipo è Sergio? Nell’ambiente circola l’aneddoto secondo cui il volitivo allenatore e papà avrebbe saccheggiato la Federazione di una partita di palle da tennis. Ci si aspettava pagasse ma no. Nemmeno un euro. Di lui poco altro si sa eccetto la dedizione verso la famiglia.
Appare sempre più chiara la necessità che Camila chiarisca la sua posizione di contribuente. Nella cartella esattoriale che avrebbe dovuto esserle recapitata se fosse stato possibile raggiungerla compare, fra le altre cose, un codice particolare dalla dicitura «Uipe». Si tratta di un titolo esecutivo per la riscossione europea. Balla insomma anche un debito nei confronti della Gran Bretagna, Paese nel quale Camila ha trascorso periodi agonisticamente importanti e che oggi reclama i suoi soldi.