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L’era dei manager alla Ferguson è finita, l’industria calcio è troppo impegnativa (Telegraph)

Il calcio ha ormai una natura globale: dallo sport, al commerciale, ai media. Un Ferguson o un Wenger non potrebbero gestire tutto

L’era dei manager alla Ferguson è finita, l’industria calcio è troppo impegnativa (Telegraph)
Imago Manchester (Inghilterra) 22/04/2013 - Premier League / Manchester Utd-Aston Villa / foto Imago/Image Sport nella foto: Alex Ferguson ONLY ITALY

L’era degli allenatori-manager è morta. O sta per morire. Certamente in Premier League lo è. La prossima stagione sarà il Liverpool sostituirà un manager, Jurgen Klopp, con il suo primo allenatore, Arne Slot, e Julen Lopetegui prenderà il posto di David Moyes al West Ham United“. La stessa cosa potrebbe accadere se Erik ten Hag dovesse lasciare la panchina del Manchester United. Questa è la valutazione del Telegraph che, poche parole, scrive che la figura di manager alla Ferguson, per intederci, è giunta al termine.

In Premier rimangono solo Guardiola, Arteta, Dyche dell’Everton ed eventualmente gli allenatori-manager di Ipswich, Leicester e Leeds, le tre neo promosse. Cosa si intende per allenatore-manager?

È un fenomeno molto britannico. In Germania li chiamano ‘formatori’; il resto d’Europa li chiama allenatori. Solo in questo paese abbiamo la tradizione di chiamarli manager – fino a poco tempo fa – ci dirigevano le squadre di calcio da cima a fondo, erano il leader, il portavoce e la persona che sta a bordo campo cercando di vincere le partite“.

Chi ancora crede nell’allenatore manager dovrebbe guardare il Chelsea

Chi ancora spera nella figura dell’allenatore-manager dovrebbe analizzare bene la situazione di Pochettino: “Il Chelsea ha fatto un pasticcio completo. La loro struttura, con due direttori sportivi, e con Todd Boehly e Behdad Eghbali che comandano entrambi, è completamente sbagliata e non c’è da stupirsi che Pochettino sia diventato frustrato“.

Pochettino è un manager/allenatore che brama essere “manager” e le responsabilità che comportano questo ruolo. Questo è in parte il motivo per cui a molti allenatori stranieri piace lavorare in Inghilterra: perché pensano che avranno più voce in capitolo rispetto al continente. Ma ciò non significa che sia giusto e senza dubbio la situazione sta cambiando“.

I vantaggi di avere dei direttori sportivi

C’è sempre l’altro lato della medaglia. Per una società che applica male il modello, ce n’è un’altra che prospera con lo stesso modello. Anche più di una. “City e Arsenal hanno allenatori il cui ruolo va ben oltre quello di allenatore della prima squadra che lavora sui campi di allenamento con i giocatori“.

Detto ciò, perché diversi club stanno optando per il modello alternativo. L’allenatore fa l’allenatore e la dirigenza si occupa degli altri aspetti.

Tutti i club della Premier League ora hanno un direttore generale, un direttore sportivo o un direttore tecnico – e talvolta tutti e tre. Al giorno d’oggi le dimensioni dei club sono tali che è quasi impossibile avere un Sir Alex Ferguson o un Arsene Wenger che sembra – e vuole – gestire tutto. La natura globale del calcio e le richieste – dallo sport, al commerciale, ai media – sono semplicemente troppo grandi“.

Il contro di questo modello è che l’allenatore è il primo capro espiatorio. Come Pochettino insomma.  “I club meglio gestiti sono fatti su misura. Si organizzano nel modo che preferiscono, con direttori sportivi che garantiscono continuità, progettazione a lungo termine e si assicurano che le cose rimangano sulla rotta giusta“.

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