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“Napoli, Lazio e Roma dimostrano che il collettivo e il lavoro quotidiano non sono appannaggio del Nord”

Sul Messaggero. Tre squadre del Sud al comando della Serie A. Solo 2 volte negli ultimi 30 anni lo scudetto è uscito dall’asse Milano-Torino

“Napoli, Lazio e Roma dimostrano che il collettivo e il lavoro quotidiano non sono appannaggio del Nord”
Lazio's Italian coach Maurizio Sarri (L) and Napoli's Italian coach Luciano Spalletti greet prior to the Italian Serie A football match between Napoli and Lazio on March 3, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Su Il Messaggero, Andrea Sorrentino torna sul dominio delle squadre del Sud nel campionato di Serie A. Comanda il Napoli, con la Roma e la Lazio. Gli equilibri storici sono cambiati: solo 2 volte negli ultimi 30 anni lo scudetto è uscito dall’asse Milano-Torino.

“È il campionato alla rovescia, è l’Italia tutta che si ribalta in questo anno di rivoluzione dei costumi e delle abitudini, in direzioni ostinate e contrarie. È il salmone che risale il fiume a salti pazzerelli e colpi di reni, ci vuole coraggio. È la Questione Meridionale che si vendica e diventa Sistema, grazie a doti come il senso del collettivo, la cura, l’amore nel lavoro quotidiano: dicevano fosse roba da nordici”.

E’ “l’anno dello choc“. Primo il Napoli, seconda la Lazio, terza la Roma.

“Un simile allineamento dei pianeti, a 8 giornate dalla fine, non si era mai verificato a memoria di serie A”.

Indipendentemente dalle posizioni finali dietro il Napoli, la storia è già fatta, scrive il quotidiano romano.

“in 88 scudetti assegnati nei tornei a girone unico dal 1930 a oggi, solo 17 volte il titolo è uscito dall’asse Milano-Torino, una su cinque; media che si abbassa addirittura al 6% negli ultimi trenta tornei, in cui solo la Lazio 2000 e la Roma 2001 hanno interrotto il dominio di Juve, Inter e Milan”.

Napoli, Lazio e Roma si sono certo avvantaggiate del fatto di aver avuto pochi giocatori impegnati al Mondiale, ma ci sono anche i meriti acquisiti sul campo, ovviamente.

“Ma poi ci sono i meriti acquisiti sul campo, non solo i demeriti o le fiacchezze altrui. Ebbene, la lezione delle tre regine del Centrosud è quella di aver fatto del collettivo, prima ancora che delle individualità, il proprio punto di forza. Non a caso hanno tra le migliori difese della serie A”.

Tutte e tre hanno dei campioni, a partire da Kvaratskhelia e Osimhen nel Napoli, passando per Milinkovic e Luis
Alberto nella Lazio e Smalling e Dybala nella Roma.

“Ma tutti si sono innestati in un contesto, in una squadra. Logico che a sovrintendere il tutto ci siano i meriti degli allenatori Spalletti, Sarri e Mourinho, tre tipacci che rimediano spesso critiche preconcette e maleducate: pare perché siano antipatici (ai giornalisti) tutti e tre, ma solo perché non cercano mai consensi facili né allisciano l’uditorio o i media, pensano più che altro a lavorare sodo: infatti sono i più bravi allenatori del campionato, non da oggi. E più in alto ancora ci sono tre dirigenze che raccolgono i frutti, diverse tra loro, ma per ora hanno messo in scacco i poteri del Nord”.

 

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