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«A Lavezzi non piaceva allenarsi. Per un anno fece finta di non capire l’italiano per non avere rotture»

Il Pampa Sosa alla Gazzetta: «Nel 2004 il Napoli non esisteva. Facemmo i primi palleggi con il pallone sgonfio del nipotino di Esposito, un pallone della Lazio».

«A Lavezzi non piaceva allenarsi. Per un anno fece finta di non capire l’italiano per non avere rotture»
MI Roma 20/05/2012 - finale coppa Italia / Juventus-Napoli / foto Marco Iorio/Image Sport nella foto: Ezequiel Lavezzi

Lunga intervista al Pampa Sosa sulla Gazzetta dello Sport. Una panoramica dal suo arrivo al Napoli, nel 2004, grazie a Pierpaolo Marino, al Napoli di oggi, con i suoi giudizi su De Laurentiis, Spalletti e alcuni dei giocatori azzurri. Parla dei suoi ex compagni, come Lavezzi. Il Pampa Sosa è stato il primo tesserato del nuovo Napoli di De Laurentiis, quando il Napoli non aveva nemmeno i palloni per allenarsi: era tutto sequestrato.

Sosa racconta il primo giorno di ritiro, quando insieme a lui c’erano solo Montervino, Montesanto ed Esposito. Il primo allenamento con il pallone della Lazio sgonfio del nipotino di Esposito, che lo teneva nel cofano della macchina.

«Ventura parlava delle sue idee a questi 4 disperati, ma era fantacalcio. Non c’era una squadra e nemmeno la si
poteva immaginare. Esposito aveva in macchina il pallone sgonfio del nipotino. Un pallone della Lazio. Facemmo con quello i primi palleggi».

Racconta la promessa della 10 da parte di Pierpaolo Marino e presenta un De Laurentiis alle prime esperienze con il mondo del calcio, di cui sapeva molto poco. Ma, dichiara Sosa, fece subito capire alla squadra che l’unica cosa che gli importava era il rispetto delle regole.

«Ci disse: ‘Ragazzi, se l’arbitro ci fischia rigore contro voi dovete dire grazie’. Non capiva molto di calcio, ma ci fece subito sapere che gli importava il rispetto delle regole. E poi sa scegliere gli uomini, non ne sbaglia uno».

Quando gli chiedono quale sia stato il calciatore più forte con cui abbia giocato in carriera, il Pampa Sosa fa tre nomi: per il Napoli sceglie Lavezzi. Non gli piaceva allenarsi, racconta: per un anno fece finta di non saper parlare italiano per non avere rotture di scatole.

«Guillermo Schelotto al Boca, Amoroso all’Udinese e Pocho Lavezzi al Napoli. Un pazzo. Genio e sregolatezza. Non gli piaceva allenarsi. Per un anno ha fatto finta di non parlare e non capire l’italiano per non avere rotture di scatole».

 

 

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