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Presidente Napoli Basket: «Qui mancano le strutture, ma stiamo investendo sul settore giovanile»

Al Corsport dopo la vittoria su Milano: «Siamo tre famiglie proprietarie del club, siamo interessati all’aspetto sociale»

Presidente Napoli Basket: «Qui mancano le strutture, ma stiamo investendo sul settore giovanile»
Federico Grassi presidente del Napoli Basket

Sul Corriere dello Sport di questa mattina, una bella intervista al presidente della GeVi S.S. Napoli Basket, Federico Grassi, che nell’ultimo incontro, dopo l’esonero di Buscaglia, ha battuto i campioni d’Italia dell’Olimpia Milano.

«Non conosciamo mezze misure. Bisogna anche dire che la nostra fortuna è stata quella di affrontare Milano reduce dalla gare di venerdì in Eurolega e attesa da un doppio impegno questa settimana. Noi in ogni caso avevamo un piglio diverso dopo la brutta batosta di Scafati: sono serviti sia i cambi, dolorosi ma necessari, che la strigliata per dare un volto diverso alla squadra».

Il presidente durante l’intervista tocca diversi temi: dalla vittoria contro l’Olimpia, un segnale positivo dopo un periodo brutto, alla passaggio dalla A2 alla A1.

«A Napoli mancano le strutture. Noi abbiamo un settore giovanile che sta crescendo in modo esponenziale: in due anni l’under 19 è entrata nelle finali nazionali. Abbiamo due foresterie con dodici ragazzi tra i quali due ucraini. Tengo molto a questo settore, spero di poter portare giovani campani a debuttare in Nazionale. Ci stiamo lavorando tantissimo, perché mi piacerebbe far diventare queste squadre giovanili un’eccellenza del Sud Italia».

Forse proprio perché questo sport in Italia è ancora poco contaminato dal vil denaro, il presidente sottolinea che la sua missione è quella di veder fiorire il movimento cestistico italiano. Infatti sulla convivenza con il calcio dice:

«Ritengo che si possa convivere, a patto di avere un progetto importante, creato passo dopo passo. Sono convinto che se avessimo messo 10 milioni in questa squadra, non avremmo risolto nulla per la città e dopo un anno saremmo scomparsi. Siamo tre famiglie (proprietari del club, ndr) che vogliono il bene della città a 360 gradi, anche e soprattutto per quanto riguarda l’aspetto sociale. Faccio un esempio: il sei gennaio siamo andati a “Obiettivo Napoli”, un entro con tanti ragazzi che vengono da situazioni disagiate e che li possono studiare a fare sport. Abbiamo portato dei doni e regalato un sorriso a tutti: alcuni di loro domenica erano al PalaBarbuto, felici. Ecco, per noi far sorridere un giovane è molto più importante che vincere una partita».

L’intervista poi si conclude con un commento alle frizione tra il presidente della Fip e la Legabasket.

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