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Francia, allarme contagi in Qatar

La causa sembra essere la cosiddetta “influenza del cammello”, un virus che si sta diffondendo in Qatar nelle ultime ore.

Francia, allarme contagi in Qatar
France's coach Didier Deschamps looks on during the Qatar 2022 World Cup semi-final football match between France and Morocco at the Al-Bayt Stadium in Al Khor, north of Doha on December 14, 2022. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)

Sabato notte, dopo Inghilterra-Francia partita dei quarti di finale, ai giornalisti è stato imposto l’obbligo delle mascherine per entrare nella cosiddetta zona mista, il luogo dove è possibile effettuare le interviste. La preoccupazione, riporta la Gazzetta, è chiaramente rivolta alla possibilità del Covid, anche se i tamponi sono stati declassato a test non obbligatori dalla Fifa e chi li fa non divulga gli esiti per ragioni di privacy.

A richiedere ieri la contromisura è stata la Francia, preoccupata dall’epidemia di influenza o altro che si è insinuata nel proprio gruppo. I primi a esserne colpiti sono stati Upamecano e Rabiot. Il difensore ha avuto la febbre e il mal di gola, ma è riuscito a sedersi in panchina per la partita contro il Marocco. Rabiot no, lo juventino è rimasto in hotel preda di sintomi influenzali.

La causa sembra essere la cosiddetta “influenza del cammello”, un virus che si sta diffondendo in Qatar e che sta colpendo alcuni atleti. Appartiene alla famiglia dei coronovirus e colpisce le vie respiratorie.

Nelle ultime ore anche Coman si è ammalato di influenza. La Francia teme che il virus, influenza o Covid non fa differenza, si diffonda sempre più tra i giocatori impegnati in Qatar e ha aumentato le precauzioni. «Sui tavoli è ricomparso il gel idroalcolico», ha detto Tchouameni.

Didier Deschamps ha ricondotto il tutto all’aria condizionata: «Non c’è particolare preoccupazione per una possibile epidemia, sono casi di febbre dovuti agli effetti dell’aria condizionata negli stadi e nei vari ambienti, acuiti dagli sforzi sul campo. Certo, ormai siamo sensibili a tutto ciò che è virale e abbiamo preso le dovute misure».

 

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