Il quotidiano ha interpellato l’ideatore di un software specializzato: nessun errore grave ma 7 errori pro Argentina e mancano sei ammonizioni
Ai francesi non passa l’arbitraggio della finale dei Mondiali. Le Parisien ha interpellato Pierre Sollet che è il creatore di Good Game! una società che studia e cura i dati applicati allo sport.
Il software analizza la finale, tutti contatti, i presunti falli.
«A differenza del Var, il software risponde alle domande, senza interpretazione, con strumenti molto più efficienti».
Il margine d’errore sarebbe minimo, l’1%.
Il software prende in considerazione due tipi di errore. Di IRD (Incorrect Referee Decision). Un errore grave, determinante: high. E un errore low (non determinante).
Per il software in Argentina-Francia l’arbitro Marciniak non ha commesso errori arbitrali decisivi, gravi.
«Dei 191 fischi della finale, non è stato rilevato alcun “IRD High”, nessun errore che avrebbe ribaltato il punteggio finale. Ad esempio, i tre rigori fischiati durante la partita sono stati tutti condivisi dall’intelligenza artificiale anche se il primo fallo di Dembélé su Di Maria non è stato facile da rilevare».
La finale dei Mondiale però si contraddistingue per una somma di piccoli errori arbitrali che hanno in qualche modo influenzato la finale. Per l’intelligenza artificiale in media ogni partita vengono commessi tra zero e venti “IRD Low”, ovvero decisione sbagliate che non incidono sul risultato. Marciniak ne ha commessi sette, tutti in favore dell’Argentina, e di questi, sei episodi meritavano il cartellino giallo.
Che le decisioni prese abbiano in qualche modo favorito l’Argentina, per le Parisien è evidente:
«La combinazione della presenza di 7 IRD Low tutte a favore dell’Argentina, inclusi 6 cartellini gialli non esibiti, è una novità nel nostro database, non era mai accaduto. Non siamo qui per impartire lezioni. Siamo qui per agevolare il processo decisionale. L’intelligenza artificiale non agisce sotto la pressione di una partita di questa intensità e arbitra allo stesso modo al primo o all’ultimo minuto».
Good Game! ha analizzato tutto il torneo e ha rilevato che nella fase a gironi sono solo due gli errori da matita blu, anche se sulle partite analizzate almeno 14 potevano finire con un risultato finale diverso. Una di queste, nemmeno a dirlo, è Spagna – Giappone e l’episodio è il secondo gol dei nipponici.
Sollet & CO. mettono in dubbio la conclusione della Fifa: «Ciò che il VAR fatica a prendere in considerazione è la distorsione dell’immagine. Se la cinepresa non è perfettamente posizionata sopra la linea, si può far dire qualsiasi cosa. Angolo di ripresa, distorsione del pallone e dell’immagine, zona d’impatto del piede… Il risultato dell’algoritmo è che il pallone del Giappone era uscito di 1,03 cm».